Ancora una volta siamo di fronte ad un atto di vandalismo senza confini: il carrubo di via Biblioteca, a ridosso dell’ingresso della biblioteca Ursino Recupero, nel Monastero dei Benedettini, è stato barbaramente abbattuto senza nessun apparente motivo. Ne rimangono ormai, soltanto pochi ciocchi di legna.
Un albero che non ha solo un valore naturalistico ma anche simbolico. Infatti, è stato piantato nel 2000, come altri molti carrubi nell’Isola, in memoria dei magistrati Falcone e Borsellino, uccisi dalla mafia. Un simbolo di lotta alla criminalità organizzata, un simbolo di una Sicilia che non ci sta. Evidentemente a qualcuno non andava giù e così, nottetempo è stato fatto a pezzi da alcuni vandali anonimi. Officine culturali, l’associazione per la valorizzazione del Monastero, aveva richiesto all’assessore al Verde Rosario D’Agata un tempestivo intervento, sperando che l’albero potesse essere reimpiantato. Evidentemente, però, non è stato possibile recuperarlo, la sua sorte è apparsa dunque segnata.
Presto arriva la risposta dell’Ateneo: “Lo reimpianteremo prima possibile – assicura il rettore Giacomo Pignataro, indignato -, l’Ateneo stigmatizza profondamente il gesto vandalico compiuto. Nelle intenzioni di De Carlo, il carrubo assumeva infatti anche una valenza architettonica e rappresentava un segnale dei sentimenti dei progettisti, profondamente colpiti dalle stragi dei primi anni Novanta. Al tempo stesso, però, vogliamo sottoporre alla città intera l’urgenza di intervenire per riqualificare l’intero giardino, costantemente a rischio di degrado, nonostante le amorevoli attenzioni di chi lavora e studia ai Benedettini, e dell’associazione Officine Culturali, che ha già realizzato numerose iniziative per accendere i riflettori su questo importante spazio urbano. Per questo scopo, l’Università ha già intavolato una trattativa con il Comune di Catania che auspichiamo possa andare presto in porto: puntiamo a sottoscrivere una nuova convenzione, in base alla quale l’Ateneo assumerà l’onere della cura del verde e del ripristino dei luoghi”.
La cultura e la forza della legalità non si possono sradicare.