Attaccato da più fronti, il presidente Schifani si trova dover difendere il suo operato e la Sicilia. Le polemiche riguardano un tema caldo come il nostro clima: la siccità, argomento tanto scottante da giungere sino le pagine del New York Times.
In un’intervista rilasciata per il Giornale, il presidente della regione smentisce le notizie riportate dal quotidiano americano circa la fuga dei turisti da un’arida Sicilia. I dati della Federalberghi parlano: il turismo ha ancora un flusso positivo nell’isola. L’allarmismo è il primo elemento per incentivare le vendite e fare notizia, dice Schifani, e la nostra regione in questo caso è stata una vittima di questa tanto comune retorica. Il presidente non può esimersi però dal costatare l’emergenza, oggettiva e innegabile, che attanaglia la regione il cui livello climatico è stato assimilato a quello delle coste africane.
Dopo un anno e mezzo di governo, Renato Schifani precisa di trovarsi in una situazione scomoda, costretto ancora a dover fare i conti con i 20 anni di immobilismo ereditati dalla precedente amministrazione. Nel giustificare il suo lavoro, spiega il piano d’azione che si snoda seguendo due direttrici: la prima è sfruttare i 48 milioni complessivi messi a disposizione tra Stato e Regione per l’individuazione e l’utilizzo di nuovi pozzi che assicurino l’approvvigionamento e l’irrigazione. La seconda riguarda i fondi di coesione assegnati alla regione da impiegare per il rifacimento totale della rete idrica agrigentina e il ripristino di tre dissalatori ormai in disuso da 14 anni.
L’ultima nota polemica riguarda l’ex presidente Musumeci: solo il 30% delle risorse utilizzate per il contrasto alla siccità? Non è così a detta di chi governa. Gli interventi richiedono tempo e i risultanti non possono giungere immediati; di sicuro c’è l’utilizzo del 60% dei fondi stanziati. Il presidente decide a fine della sua dichiarazioni di non continuare con le smentite impegnato com’è, come ci auguriamo, ad agire concretamente.