Il 4 febbraio Catania si sveglia molto presto, prima ancora che sorga il sole le sue strade si popolano di “sacchi” di tela bianchi e berretti di velluto neri: sono i fedeli che fremono di veder la loro Patrona.
Al di là della storia che sta dietro l’abbigliamento per la processione fin dal 1126, vale a dire quando le reliquie tornarono a Catania da Costantinopoli, il 4 febbraio viene aperto il cancello che protegge le reliquie in Cattedrale. Prima di veder spuntare il volto sorridente del Busto di Sant’Agata bisognerà aspettare l’uscita del tesoriere e del cerimoniere, quando anche la terza chiave avrà fatto il suo scatto arriverà il momento tanto atteso.
Fulgido, il Busto di Sant’Agata sarà issato sul fercolo d’argento e velluto rosso, come il sangue del martirio. Una messa solenne in Cattedrale celebra le reliquie della Patrona, dopo la processione.
Il fercolo viene caricato dello scrigno delle reliquie e inizia il “giro”, che domenica durerà l’intera giornata. la processione ripercorre i luoghi della vita e del martirio, questi sono da passare in fretta, senza fermarsi per evitare che Ella, vedendoli, ricordi il male sofferto.
Delle soste saranno fatte alla Marina e alla Colonna della peste: 30 quintali pesa il fercolo con lo Scrigno, il Busto e la cera; più di quattromila i fedeli che lo trainano. Il giro è concluso a notte fonda con il ritorno di Sant’Agata in Cattedrale.
Tra i momenti da attenzione spiccano, oltre la già citata Marina, la Salita dei Cappuccini da piazza Stesicoro, i Vespri nella chiesa di Sant’Agata La Vetere (ex cattedrale catanese). Per seguire la processione con più precisione, di seguito è riportata la mappa del programma ufficiale.