Dal prossimo 15 settembre prende il via l’iniziativa “La Sicilia spegne le insegne”, per combattere la battaglia al caro bollette che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese e tutte le sue attività commerciali.
La protesta direttamente da Confcommercio
È questo il messaggio che Confcommercio lancia al Governo italiano per quanto riguarda il rischio chiusura di migliaia di attività in tutto il Paese. Sono stati proprio il presidente regionale di Fipe Confcommercio Dario Pistorio e il presidente dei ristoratori etnei Giovanni Trimboli ad illustrare i dati, davvero sconfortanti, sugli aumenti dell’energia e della loro ricaduta economica sulle attività commerciali.
Così nel corso della giornata del 15 settembre tutte le insegne di molti esercizi commerciali siciliani verranno spente in segno di protesta verso il rincaro che sta causando la chiusura di un’attività dopo l’altra. Le proteste e le attività non si ridurranno a quella semplice giornata, secondo Confcommercio, ma continueranno per aiutare l’intero popolo siciliano.
Le parole di Trimboli e Pistorio
“Le attività commerciali hanno davvero grosse difficoltà il caro bollette sta intaccando il futuro a medio e lungo termine delle attività commerciali, ma le soluzioni – secondo le parole di Giovanni Trimboli – potrebbero esserci ed è solo un problema politico. Uno dei tanti dubbi che ci viene, a noi siciliani, è quello dell’autonomia che potrebbe essere attivata immediatamente ed agire sulle accise a esempio. Non possiamo aspettare i “tempi tecnici” delle loro campagne elettorali – continua Trimboli – bisogna intervenire subito per tutelare le imprese sul territorio”.
A lui si aggiunge l’appello alla politica isolana di Dario Pistorio, Presidente Fipe Confcommercio: “Chiediamo un tavolo con i prossimi governanti della nostra isola per trovare soluzioni, divenute prioritarie, dei costi dell’energia a breve, medio e lungo termine il nostro territorio, Sicilia, potrebbe usufruire fin da subito dello sconto sulle accise e di altre voci che vengono calcolate in bolletta arrivando a un risparmio di circa il 35% sui costi finali”.