Entra in vigore a partire da oggi, venerdì 6 agosto, l’obbligo di esibire la certificazione verde per accedere a eventi sportivi, congressi, fiere, musei, parchi a tema e di divertimento, bingo e casinò; teatri, cinema, concerti e centri termali. Oltre che per accedere ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti, e in piscine, palestre, centri benessere, sempre per le attività al chiuso. E infine, anche per poter partecipare ai concorsi pubblici.
Eppure, in Sicilia c’è già chi protesta sull’uso del green pass, visto come una limitazione della propria libertà di circolazione, e qualche esercente ha già comunicato che non intende far rispettare l’obbligo di esibizione. È il caso di alcuni locali siciliani, come una palestra sita nel Comune di Borgetto, in provincia di Palermo, dove il proprietario si rifiuta di controllare i clienti.
Come spiega un cartello affisso all’ingresso della palestra: “Qui non chiediamo il green pass per entrare. Ce l’hai? Bene. Non ce l’hai? Va bene ugualmente. Noi vogliamo fare solo il nostro lavoro, che non è quello di fare i controllori”.
Allo stesso modo, questa volta nella città di Palermo, il gestore del bar Rosalba si schiera contro il certificato vaccinale. Nella vetrina è stato esposto un cartello che recita: “In questo esercizio possono entrare: bianchi, gialli, neri, omosessuali, marziani, animali, vaccinati e non senza nessuna distinzione. Per noi i nostri affezionati clienti sono tutti uguali. Vi aspettiamo“.
La Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) fa sapere che gli esercenti di bar e ristoranti possono procedere al controllo dei green pass dei clienti, ma non a una eventuale verifica dei documenti di identità. Ciò avviene in contemporanea con le proteste dei cosiddetti “no vax”, le cui manifestazioni sono attese in diverse piazze italiane nei prossimi giorni