Il tar del Lazio, con due sentenze, ha dato l’ok per il differimento da 21 a 35 giorni la somministrazione della seconda dose di Pfizer.
Il Tar, nelle sentenze, in via preliminare ha evidenziato come la motivazione alla base dei provvedimenti impugnati sia stata quella “di ampliare lo spettro dei soggetti da sottoporre a prima vaccinazione“; “secondo alcuni organismi internazionali e sulla base di diversi pareri scientifici, lo slittamento da 3 a 6 settimane della seconda dose (poi ridotte a 5 dalla Regione Lazio con il provvedimento qui impugnato) sarebbe in grado di non recare particolare nocumento alla popolazione da sottoporre a vaccinazione”.
“La censura risulta per tabulas smentita – scrive il Tar – ove soltanto si consideri che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con proprie raccomandazioni, aveva già affermato che, proprio nell’obiettivo di ampliare al massimo il numero di soggetti da sottoporre a prima vaccinazione, l’intervallo tra le due dosi di vaccino Pfizer potrebbe essere esteso fino a 42 giorni (ossia 6 settimane, poi ridotte a 5 dalla Regione Lazio), e ciò anche sulla base di dati e di fattori clinici attualmente disponibili”.
Quanto al lamentato vizio di eccesso di potere (i ricorrenti sostenevano che il foglio illustrativo del vaccino raccomanda la somministrazione della seconda dose a distanza di tre settimane dalla prima), i giudici hanno ritenuto prevalente la testi del Cts (frutto di una “corposa produzione documentale”), piuttosto che quella dei ricorrenti che “si basa unicamente su quanto riportato nel foglietto illustrativo del farmaco stesso”.