Di allarmismi il web ne è pieno zeppo, ma che a crearne di nuovi e a fomentare il popolo italiano sia un politico, la cosa lascia impietriti. Protagonista di questa assurda vicenda, che a parare di molti sembra proprio un voler giocare a manipolare gli stati d’animo degli italiani, è il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. In questi giorni ha diffuso il panico con uno dei tanti tweet, in cui annuncia l’imminente arrivo di una tassa sui condizionatori.
Non solo immigrati quindi, adesso in estate è tempo di trovare un nuovo campo di battaglia. E perché non buttarsi sull’allarmismo da aria condizionata?
La notizia ovviamente fa il giro del web e la rabbia e il disappunto degli italiani cresce. Ciò che non tutti sanno, però, è che l’allarme lanciato da Salvini è una bufala.
La tassa cui fa riferimento, infatti, riguarda solamente i sistemi di climatizzazione che superano i 12 Kw, per raffreddare cioè ambienti di circa 160 metri quadrati. Si parla di locali, non di appartamenti. Per intendersi, in una casa media (quella che potrebbe avere una delle famiglie spremute dalla crisi per cui dice di battersi Salvini), per raffreddare un locale tra i 15 e, a esagerare, 40 metri quadri, basta una potenza di 2-3,5 Kw.
La bufala, tra l’altro, in questo caso raddoppia: Salvini se la prende con Renzi che «obbedisce a Bruxelles», ma la norma è stata introdotta due anni fa quando al governo c’era Monti. La Lega era sempre all’opposizione ma non lo era qualche anno prima, nel 2005, quando il Presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi e il “libretto” per il bollo sui climatizzatori (lo stesso con cui il segretario della Lega se la prende oggi) faceva la sua prima comparsa con il DL 192/2005.
Che il caldo dia alla testa è stato pienamente appurato, si Salvi(ni) chi può!