È di stamane la notizia, quasi clamorosa, che riporta il fallimento ufficiale della società per azioni Finaria, l’holding detentrice del 95% delle quote azionarie del Calcio Catania. Un fulmine al ciel sereno quello del Tribunale di Catania che, anche se indirettamente, interessa in maniera preponderante la società rossazzurra, proprio per via delle quote di maggioranza.
Il bando d’acquisto resta quindi in bilico, sebbene al momento non ci siano vere e proprie notizie ufficiali da parte del Tribunale, circa un ritiro dell’asta che porterebbe al passaggio societario previsto per il 23 luglio. Con le orecchie tese resta pure la Sigi, neonata SpA notoriamente interessata a rilevare le sorti del club e il salvataggio della matricola 11700.
A tal proposito, dopo il trambusto della settimana scorsa che ha colpito proprio la società di imprenditori, la Sigi si è riunita nuovamente stamane dopo aver appreso la notizia dei curatori fallimentari. Al centro della riunione anche il deferimento dell’attuale presidente Astorina e del Calcio Catania che, quasi sicuramente, comporteranno una penalizzazione di punti nell’eventuale iscrizione nel prossimo campionato e un investimento economico maggiore.
Altra notizia, emersa dopo la lunga riunione di stamane, è che la Sigi sarebbe pronta ad intervenire anche qualora il Calcio Catania (e conseguentemente la sua matricola) dovesse fallire e ripartire dalla Serie D; se prima, infatti, l’unica notizia trapelata era un intervento economico basato sull’esclusivo salvataggio della matricola 11700, adesso le porte sono state aperte anche ad una post apocalisse.
I soci della Sigi, però, attraverso le parole dell’avvocato Giovanni Ferraù e di Maurizio Pellegrino, hanno fatto intendere che l’impegno primario resta quello del salvataggio della società Calcio Catania 1946 e del relativo accollo dei debiti; solo in un secondo momento, qualora la più tragica e amara delle conclusioni dovesse palesarsi, la Sigi resterà interessata a portare avanti la storia calcistica alle pendici dell’Etna, sebbene i numeri 1946 e 11700, legati indissolubilmente alla storia rossazzurra, apparterrebbero solo al passato di chi li ha fortemente vissuti.
“Alla luce della dichiarazione di fallimento della Società Finaria, SIGI ritiene opportuno precisare, conformemente all’obiettivo da sempre perseguito di voler salvare la matricola, di essere pronta, in tutti i sensi, a partecipare alla gara competitiva, ove il Tribunale decida ugualmente di procedere a mezzo dei Curatori nominati alla vendita delle azioni detenute da Finaria e, comunque, in qualsiasi condizione, successiva e ulteriore, possa avvenire l’avvicendamento proprietario, cui SIGI rimane pervicacemente interessata“, fanno sapere i soci Sigi attraverso un comunicato stampa.
Ma Sigi vuole anche vederci chiaro ed è per questo, inoltre, che sono state richieste delucidazioni in merito al Tribunale di Catania: “Segnala, comunque, doverosamente – si legge ancora –, in attesa del pronunciamento del Tribunale e di comprendere appieno gli effetti e le motivazioni della dichiarazione di fallimento su quanto occupa, di dover chiedere delucidazioni in ordine ad almeno due diversi recentissimi fatti, che incidono sull’investimento economico e sul progetto sportivo in maniera rilevante, oltre che, evidentemente, sul modello dell’azionariato diffuso, anche successivo all’acquisizione. Il recente deferimento del Calcio Catania comporta, in base alle norme federali, un notevole sicuro appesantimento della quota di iscrizione, scadente i primi giorni di agosto, rispetto all’importo originariamente previsto, oltre alla possibilità di dover fornire ulteriori garanzie fideiussorie per coprire il rischio di inadempimenti compiuti dalla precedente proprietà. Ennesimo aggravamento del prospettato impegno finanziario. Il mancato pagamento delle spettanze, promesso da Finaria (e da Calcio Catania) e per cui SIGI aveva manifestato impegno di rimborso entro tre mesi, determinerà certamente, stante la recidiva, una pesante penalizzazione nel prossimo campionato, agevolando, comunque, lo svincolo dei tesserati e la perdita del patrimonio tecnico. Sempre fiduciosa nell’attento esame da parte della Magistratura attende le comunicazioni che le consentano di procedere a deliberazioni prudenti e assistite da criterio, che rendano fattibile e non solo sentimentale l’intento“.