Nuove segnalazioni di irregolarità nello svolgimento delle prove del Tfa sostegno all’Università di Catania. L’ultima segnalazione appena qualche giorno fa aveva denunciato la pessima gestione della prova, l’assenza di controlli e il mancato rispetto delle norme previste dal regolamento, oggi riportiamo una nuova segnalazione di un’altra candidata, che denuncia una situazione analoga di cattiva gestione e irregolarità durante lo svolgimento dei test del Tfa.
“Vorrei segnalare quanto è accaduto all’Università di Catania in occasione dei test di selezione per il TFA di sostegno. In particolare, vorrei denunciare il livello di inciviltà con cui in migliaia siamo stati accolti e trattati. Gli esami programmati per le ore 8:00 del mattino sono iniziati alle ore 10:47 con quasi tre ore di ritardo, nonostante ciò i commissari hanno trattato tutti in una maniera così sgarbata da non sembrare che fossimo lì per fare un esame, dopo aver pagato anche una tassa molto alta, ma che fossimo tutti andati a infastidirli a casa loro. Non si sono sentiti nemmeno in dovere di spendere una parola per tutto quel ritardo e per averci lasciati tanto tempo in mezzo a una strada. Messa in fila in religioso silenzio (perché per me quell’esame era importante) sono stata rimbrottata di malo modo per avere esibito, durante l’appello, assieme alla carta d’identità, anche il codice fiscale, come era previsto dalle indicazioni fornite dalla Facoltà. Premetto che ho quasi 50 anni, e forse a questa età pesa ancora di più l’essere trattati in modo così indecoroso.
Avendo iniziato l’esame alle 10:47, avremmo dovuto finire alle 12:47. Invece alle 12:30 mi hanno letteralmente strappato via di mano il pennarello. E’ questa una prima grave infrazione al regolamento che va al di là del garbo e delle buone maniere con cui ci si dovrebbe comportare. Non capisco perché non abbaino rispettato i 120 minuti previsti.Nel pomeriggio, alle 15:00 mi sono presentata per fare il test per la Scuola Secondaria di II grado, e a parte il solito ritardo con cui abbiamo iniziato, le cose sono andate anche peggio. I commissari dell’aula IB dell’edificio numero 4, presso la cittadella universitaria, in cui mi trovavo, erano in preda a vere e proprie crisi di nervi. A metà prova la candidata seduta al mio fianco mi chiede insistentemente a che ora dobbiamo consegnare, infastidita per essere stata disturbata rispondo velocemente. A quel punto una commissaria mi aggredisce rabbiosa minacciando di annullarmi l’esame e di ritirarmi il test. A nulla servono le scuse e le spiegazioni della candidata che mi aveva disturbata e vengo spostata in una sedia priva di banchetto davanti alla cattedra. In questa operazione perdo concentrazione e tempo.
Circa 20/30 minuti prima che si concludesse l’esame, gli altri candidati iniziano a consegnare il loro test precipitandosi nella zona in cui mi trovavo, accalcandosi, spintonandomi e urtandomi. Tutto ciò contravvenendo a quanto prescritto dal regolamento del concorso in cui si specificava, chiaramente, che il ritiro dei test dovesse essere svolto dai commissari, allo scadere dei 120 minuti, senza che i candidati si muovessero dal loro posto fino alla fine di tale operazione. Ora mi chiedo come si faccia a ritenere valida una prova avvenuta in un clima di caos, di disordine, di superficialità e di ingiustizie palesi. Mi chiedo, altresì, come mai commissari apparentemente così solerti non si siano curati di alcuni gruppetti appartati, formatisi in una zona dell’aula, che per tutta la durata del test hanno collaborato indisturbati. Viene spontaneo chiedersi come mai nessuno ha verificato se tra i commissari e alcuni candidati siano intercorsi rapporti didattici.”
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