Leva obbligatoria. Coscrizione. Sono termini che i giovani italiani hanno smesso di pronunciare piรน di dieci anni fa, per lโesattezza a partire dal primo gennaio del 2005 grazie alla legge Martino, che ha determinato la sospensione delle chiamate se non in casi straordinari. Quasi di punto in bianco i neo-diciottenni hanno avuto, per la prima volta dal 1861, la possibilitร di pensare alla propria vita da una diversa prospettiva.
Chiunque avesse ascoltato i racconti terrificanti dei padri, a partire dagli episodi di nonnismo passati sotto i radar grazie a qualche occhio chiuso di troppo, per non parlare della prospettiva di un lungo periodo da trascorrere lontano da famiglia e amici, nonchรฉ la prospettiva di subire una deviazione forzata dal proprio percorso accademico e lavorativo.
Appare ironico, perรฒ, che sia proprio quella generazione che fino a qualche tempo prima amava apparire come la vittima designata del sistema a esserne corsa in difesa nello stesso momento in cui il dibattito โleva obbligatoria: sรฌ o noโ รจ tornato a infiammarsi per volere del Governo giallo-verde. Ed รจ ancor piรน curioso scoprire come a suo favore si siano pronunciate persone provenienti di diverse estrazioni sociali e culturali, nessuna categoria esclusa: giornalisti, avvocati, professionisti dโogni tipo, contadini, operai, laureati e non.
ร davvero il momento giusto per reintrodurre qualcosa che gli stati unitari reputano obsoleta? In Europa sono sempre meno i paesi che prevedono un servizio di leva (con alternativa civile per gli obiettori di coscienza), e ancor meno sono quelli che prevedono la coscrizione. E anche quei Paesi hanno aperto un dialogo per considerare un cambiamento radicale. Tra questi cโรจ la Finlandia, unico stato tra gli scandinavi che ogni anno richiama i suoi diciottenni al dovere. โร una questione geopolitica: la popolazione รจ rada e il confine con la Russia di Putin รจ ampioโ, racconta Simo, che ha la stessa etร di chi in Italia nel 2004 ha tratto un sospiro di sollievo quando ha scoperto che non avrebbe dovuto presentarsi in caserma per i controlli preliminari. Simo si รจ addestrato con la guardia di frontiera, Rajavartiolaitos, e sebbene abbia scelto il cammino piรน difficile per testare i propri limiti e seguire lโesempio dei suoi avi, non idealizza affatto la vita militare per ciรฒ che rappresenta. Ed รจ proprio questa sua scelta a fargli difendere il sistema della coscrizione. โSi tratta della scelta giusta perchรฉ crea un esercito del popolo – ha ribadito – non solo dei folli che mitizzano e desiderano la guerra. Un esercito [formato da] un popolo ben istruito piรน difficilmente si presterร ad atti deplorevoliโ.
Sbagliamo a credere che questo tipo di sentimento sia appannaggio esclusivo dei paesi nordici. Renato, che nellโesercito italiano รจ rimasto due anni (ferma prefissata e ferma annuale), considera il periodo che ha trascorso con addosso lโuniforme ciรฒ che lo ha reso una persona migliore. โIo mi sono arruolato per diversi motivi, tra cui la mia poca voglia di studiare e la necessitร di fare qualcosa nella vitaโ, ha ammesso Renato, e non mentiva. Il ragazzo che faticava a raggiungere la sufficienza al liceo รจ diventato una persona completamente diversa, con una laurea a pieni voti e un buon lavoro. โMi ha spinto a cambiare rotta e a migliorarmiโ, prosegue, e ammette che secondo lui reintrodurre il sistema di leva obbligatoria aiuterebbe altri ragazzi a rimettersi in riga, proprio comโรจ successo a lui. Si tratta di un percorso complicato e, pur reputandolo essenziale, Renato ha ammesso che ciรฒ che ha funzionato per lui potrebbe non funzionare per qualcun altro.
La proposta di introdurre un sistema alternativo a quello delle armi sembrerebbe una soluzione accettabile, ma non senza qualche riserva. Quella di Joonas รจ lโamara testimonianza di come anche in uno dei paesi piรน evoluti dโEuropa si continui a compiere determinate scelte solo perchรฉ considerate piรน virili. โMio padre mi ha detto di andare nellโesercito, punto e basta. Ho dovuto farlo perchรฉ era lui a mantenermi – spiega Joonas quando gli si chiede per quale motivo avesse accantonato in partenza la scelta del servizio civile โ. ร vero che oggigiorno si puรฒ scegliere tra il servizio militare e civile, ma fino a qualche tempo fa lโalternativa allโesercito era la galera. E comunque, รจ ancora diffuso il pensiero che il servizio militare sia lโunica scelta accettabile per i veri uominiโ.
Quella di associare il servizio militare a qualcosa capace di trasformare una mammoletta in un vero uomo รจ una tendenza che in molti negheranno di appoggiare, pur avendo pronunciato frasi come โsi lagna troppo, gli farebbe bene il servizio militareโ o โcomportati da uomo, se avessi fatto il militare lo capirestiโ in un passato non molto lontano. Viviamo in un mondo imperfetto e lโinclusione dellโalternativa civile (con annessa proposta di estendere lโobbligo anche alle ragazze) potrebbe piantare un ulteriore paletto nella linea di confine creata tra ciรฒ che รจ โda maschiโ o โda femmineโ.
Se qualcuno si fermasse per un attimo ad ascoltare i diretti interessati, non sentirebbe lagne, a differenza di ciรฒ che si crede. I giovani non sono spaventati dalla fatica o dal lavoro, ma dai costi che la reintroduzione di un sistema in stallo da 15 anni potrebbe comportare e di organizzazioni approssimative, fin troppo piene di falle. Ce lo conferma Noemi, studentessa universitaria che ha da poco concluso il suo periodo di servizio civile volontario e, con grande rammarico, riesce a trovare il lato positivo solo nel gruzzolo che ha messo da parte. โQuello che avrei dovuto fare erano piccole attivitร di supporto per disabili e altre categorie vulnerabili. Ma di un gruppo di circa 15 persone solo pochi di noi hanno svolto questo lavoro, il resto era assegnato in ufficio a svolgere piccoli aiuti โ racconta โ [in realtร ] non si faceva niente di importante. La cosa che mi ha dato fastidio di questa esperienza รจ che i ragazzi erano un poโ inutili in ufficio perchรฉ nessuno ha perso tempo a insegnare loro qualcosaโ. Riesce a vedere lโutilitร della reintroduzione del servizio civile, ma non come soluzione alla situazione attuale. โSe cโรจ un problema sociale con i giovani โ prosegue Noemi โ cโera anche 20, 40 e 60 anni fa, รจ una questione generazionale che si ripete. Il problema va ricercato nei genitori e cosa hanno fatto per ‘diseducarli’. ร inutile piangere sul latte versato quando cโรจ qualcosa che manca nella societร per quanto riguarda lโeducazione e va ricercata nella scuola e nellโambiente familiare, certamente non in un tappabuchi come il servizio civile o militare o qualunque altra cosaโ.
โOgnuno dovrebbe essere libero di scegliere se prendere parte al servizio civile o militare, poichรฉ non tutti hanno bisogno delle stesse esperienze nella vita โ sono le parole di Aurora, 22 anni e giร pronta a discutere la tesi davanti alla commissione – ci si lamenta del fatto che i giovani si laureano e iniziano a lavorare tardi, una cosa del genere ritarderebbe ancora di piรน gli studi per chi vuole frequentare l’universitร , o l’inizio di una carriera che ci interessa veramenteโ. E poi i dubbi sul fatto che la reintroduzione del servizio di leva obbligatoria possa essere un modo come un altro per ignorare il problema disoccupazione giovanile per qualche tempo โ problema che, continua Aurora – dovrebbe avere la precedenza sulle argomentazioni utilizzate da chi difende la leva obbligatoria: a che serve imparare a seguire degli ordini senza discutere, rispettare i ranghi e marciare a tempo se poi alla fine di quei 6-8 mesi si รจ costretti a tornare a casa dei genitori e sentirsi di nuovo chiamare โscansafaticheโ e โbamboccioniโ perchรฉ incapaci di accettare di lavorare per 400 miseri euro al mese?
Se pensate davvero al bene dei giovani, delle generazioni che dovranno guidare questo paese, smettetela di dire che devono imparare a cavarsela da soli, senza affidarsi alla guida dai genitori, per poi reputare sbagliata ogni decisione che prendono. Lasciate che servano il Paese, lo aiutino e lo curino alle loro condizioni, lasciate che si sentano parte di ciรฒ che fanno e non dei prigionieri in attesa della fine della condanna. Ci saranno sempre ragazze e ragazzi pronti a indossare unโuniforme e altri volenterosi di aiutare nel campo civile, ma ci saranno anche ragazzi che seguiranno strade diverse, teste calde e agitatori di folle che al momento giusto scenderanno in piazza per difendere la libertร di scelta di tutti, anche di chi ha tentato di negargliela.