La situazione delle infrastrutture scolastiche, negli ultimi 5 anni, è peggiorata: si contano 50 crolli solo durante lo scorso anno scolastico (2017/2018), apportando danni non solo all’edificio, ma anche agli alunni. Ciò colpisce di più le scuole del Mezzogiorno d’Italia che – oltre allo scarso rispetto delle normative per la sicurezza – registrano gravi ritardi nella manutenzione.
Il pericolo esiste, lo sa già il Miur e il ministro Marco Bussetti, il quale ha stanziato 7 miliardi di euro che andranno ai Comuni e alle Province per occuparsi del problema legate alle infrastrutture pubbliche. Ma, come fa notare il sedicesimo rapporto sulla sicurezza delle scuole italiane di Cittadinanzattiva, per mettere in sicurezza le infrastrutture servono 15-20 miliardi di euro (praticamente il doppio rispetto a quelli stanziati dal Miur).
Il Rapporto fa notare che dei 42.435 edifici scolastici presi in esame, il 55% è stato costruito prima del 1974 (anno in cui entrò in vigore la normativa anti-sismica), il 12% tra il 1900 e il 1945, il 3% durante l’Ottocento e l’1% ancor prima del XIX secolo. Tuttavia tra questi istituti c’è chi non ha adottato le misure anti-sismiche: in tutta Italia, il 90% è dotato del Documento di valutazione dei rischi, mentre solo il 71% ha varato un Piano di emergenza. Solo un terzo di queste scuole che ne è sprovvisto.
Questo si accentua soprattutto nelle scuole del Sud. Infatti, la maggior parte delle scuole sprovviste di accorgimenti per superare le barriere architettoniche si concentrano in Calabria (84%), in Sicilia (51%) e in Campania (50%). In Valle d’Aosta le barriere interessano solo il 3% delle scuole, in Piemonte il 12%, in Veneto il 13%, in Friuli Venezia Giulia il 14%. Da notare, inoltre, che proprio Calabria, Sicilia e Campania sono regioni con zone ad elevato rischio sismico.
Il Rapporto mette in rilievo anche la mancata verifica di vulnerabilità: infatti, in merito al rischio sismico, solo per il 29% è stata fatta la verifica (in Calabria si scende al 2%), mentre solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico. Inoltre, solo un quarto degli istituti (il 26%) ha il certificato di agibilità-abitabilità, poco più della metà (53%) il collaudo.