È passato un anno esatto dall’aggressione e dalla violenza sessuale subita dalla dottoressa Serafina Strano durante un turno presso la guardia medica di Trecastagni (in provincia di Catania). Oggi la dottoressa catanese ricorda ancora la paura di quella notte. Proprio per questo, ha voluto scrivere una lettera alla ministra della salute, Giulia Grillo, chiedendo di intervenire per evitare che casi del genere possano ripetersi
All’appello della dottoressa Strano, si unisce la Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), la quale ha voluto rendere pubblica la lettera.
“On. Ministra buon giorno!
Questa mattina, molto presto, mi sono risvegliata, nel mio letto, accanto a mio marito, le mie figlie ancora riposavano serene nella loro camera. Esattamente un anno fa, alla stessa ora vidi la luce del giorno attraverso le vetrate opache di un Pronto Soccorso, ricordo che, anche se quella luce fosse fioca e fredda mi sembrò meravigliosa e calda. Fu una percezione sensoriale bellissima, perché giunse dopo il buio della paura; la luce del sole dopo le tenebre che avevano soffocato, in una notte di terrore, il mio corpo e la mia anima.
Sono passati 365 giorni dall’alba del 19 settembre 2017 ma le mie colleghe e i miei colleghi , in tutta Italia , o quasi, rivedono la luce del nuovo giorno, dopo aver trascorso in piena solitudine una lunga notte di lavoro, dalle vetrate degli ambulatori di Guardia Medica: i tuguri, vergogna del Sistema Sanitario Nazionale.
Di sostanziale nell’organizzazione del servizio di guardia medica sino ad oggi non è cambiato nulla, non sono stata risarcita per il danno subito, il mio aggressore è già stato processato ed è in carcere a scontare la sua pena, ma i corresponsabili delle violenze che ho subito sono più o meno al loro posto, sono in attesa che siano chiamati in causa dalla Magistratura.
Lancio il mio grido da collega e cittadina italiana. Non mi deluda, perché la politica sino ad oggi mi ha deluso, gli organismi istituzionali continuano a deludermi.
Rinnovo il mio appello, sempre più disperato, a lei dottoressa Giulia Grillo che è rivestita oggi di una carica istituzionale e politica prestigiosissima e di enorme responsabilità. Mi rivolgo a lei proprio perché è un medico, appassionata della sua professione: abbia compassione“.