“La legge per la difesa della razza” così recitava il titolo della prima pagina del Corriere della Sera del 20 settembre 1938. Decreti firmati dal re Vittorio Emanuele III e volute dal dittatore fascista Benito Mussolini che andavano a colpire soprattutto gli ebrei: così il Regno d’Italia seguiva la politica razziale della Germania nazista di Adolf Hitler, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.
A seguito delle cosiddette “leggi razziali“, gli ebrei italiani dovevano così abbandonare la vita di sempre. Si dovevano abbandonare le cariche pubbliche e statali e così successe anche per l’università. In particolare, una delle istituzioni più colpite fu l’Università di Pisa. Qui, infatti, vennero espulsi 20 docenti ebrei (il 5,3% del corpo docente), mentre tra il 1938 e il 1940 gli studenti che riuscirono a completare gli studi furono solo 4. E proprio l’Università di Pisa, il prossimo 20 settembre, chiederà scusa agli ex-docenti e agli ex-studenti ebrei, espulsi a seguito delle leggi razziali.
L’ateneo toscano sta, infatti, organizzando la Cerimonia delle scuse e del ricordo, in collaborazione con la Scuola Normale di Pisa e l’Imt di Lucca. La Cerimonia aprirà tre giorni di dibattiti e conferenze sul tema e si terrà nel cortile della Sapienza di Pisa dove si riunirà anche la Crui, la conferenza mensile dei rettori di tutta Italia.
Ricordo e scuse saranno al centro dell’incontro e ciò ha attirato la simpatia del Presidente emerito della Comunità ebraica pisana, Guido Cava. Per la prima volta in Italia, l’Università chiederà scusa a tutto il mondo accademico che dal 1938 ha subito le discriminazioni fasciste e razziste.