Da una ricerca condotta da due storiche scuole di medicina americane – la ”Thomas Jefferson University’ di Philadelphia e la ”Tulane University” di New Orleans – è emerso che nella vita di un medico l’arte, la letteratura e la musica possono determinare il successo della sua professione.
Quella di conciliare l’arte con gli studi scientifici è una scoperta non proprio recente, infatti fino agli anni ’70 dello scorso secolo in Germania gli aspiranti medici venivano incoraggiati a studiare uno strumento musicale e ogni scuola di medicina aveva una sua orchestra. Questa tradizione venne poi abolita, ma con il passare del tempo si iniziò a sentire la mancanza dei benefici che essa arrecava.
A quanto pare i medici acculturati sviluppano in particolare tre qualità importanti nel mondo della medicina: l’empatia, la saggezza e la tolleranza dell’ambiguità. Rendendoli coloro che riescono ad agire nel miglior modo possibile nelle situazioni di stress e di forte criticità.
Lo studio condotto dalle due scuole di medicina ha dimostrato che la fruizione dell’arte e della letteratura conferiscono all’aspirante medico la capacità di destreggiarsi in situazioni ambigue senza perdere la calma e di elaborare soluzioni creative a situazioni complesse. La ricerca ha preso in considerazione 739 studenti ed è venuto fuori che quelli culturalmente più attivi sono anche più saggi e i meno depressi. Spesso, quando gli studenti si trovano davanti a un letto di ospedale non sanno più cosa fare e nell’ansia da controllo prescrivono al paziente un esame dopo l’altro. Così, non solo non fanno il suo bene, ma finiscono anche per costare più del necessario.
Il dottor Salvatore Mangione, che ha diretto questo studio, suggerisce di ”somministrare” ai medici delle iniezioni di arte, musica e letteratura. Infatti, diversi studi condotti prima a Yale e poi a Harvard, hanno dimostrato che l’esposizione alle arti visive migliora la capacità diagnostica del 40 per cento. Per questo alcune università americane, come la Jefferson University, organizzano uscite ai musei ma anche corsi di disegno, scrittura e teatro. Il disegno insegna a guardare meglio le cose, mentre scrittura riflessiva e il teatro hanno una funzione catartica.
Per formare dei medici più tolleranti, empatici e resilienti bisogna reintegrare le discipline umanistiche nel curriculum medico, modificando anche i test di accesso che non tengono in alcun conto nessuna di queste qualità umane. Bisogna ricongiungere le strade della medicina e dell’ arte perché da un po’ di tempo sono state malamente separate.