Ieri, venerdì 17 maggio, è stata la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, ideata nel 2007, a 15 anni esatti dalla rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie.
Sulle note di Born this way di Lady Gaga, diversi ragazzi sono scesi in Piazza Stesicoro con maglie bianche piene di messaggi anti-omofobi, ballando e gridando Homophobia sucks (L’omofobia fa schifo)!
Nonostante il timore iniziale, la curiosità ha spinto molta gente a essere presente e a sostenere con un applauso, uno sguardo, un sorriso questi ragazzi che hanno messo faccia e cuore in un evento che ha luogo in una città ancora legata ai preconcetti.
Chi c’è dietro l’organizzazione di un evento con un impatto così grande?
I ragazzi del SISM (Segretariato Italiano Studenti di Medicina), Sede Locale di Catania, che hanno portato avanti il progetto a livello nazionale. La passione spinge a unire i cuori, senza distinzione di razza o sesso. Parliamone direttamente con uno di loro, Andrea Barbagallo, Local Officer on Reproductive health including AIDS.
Com’è nata questa idea?
– L’ideatore è stato un mio assistente, Michele, senza il quale non si sarebbe potuto realizzare nulla.
Noi, insieme alle altre sedi italiane del SISM, abbiamo firmato un policy statement nel novembre 2012 in cui ci siamo presi l’impegno di essere parte attiva nella lotta all’omofobia e alle discriminazioni annesse e da lì abbiamo iniziato a collaborare e progettare l’evento del 17 maggio. In tutta Italia le sedi locali del SISM si sono mobilitate con flash-mob, frozen kiss e campagne di sensibilizzazione con banchetti informativi, sondaggi e tanto altro. Il tutto sotto lo slogan: Homophobia sucks…and not in a good way!
Pensavate di fallire in una città come Catania?
– Beh, come prima volta direi che posso ritenermi più che soddisfatto. La mia paura più grande era il flop. Pensavo che saremmo stati soltanto i ragazzi del SISM e che non si sarebbe presentato nessuno. Invece mi sono dovuto ricredere. Tanta era la gente che incuriosita ci ha chiesto cosa stesse succedendo e perché eravamo là e questo ci ha dato la forza di affrontare tutto con il sorriso e di far in modo che anche la gente più timida, impaurita dagli occhi indiscreti, ne prendesse parte.
Anche dal punto di vista delle autorità abbiamo riscontrato una grande apertura e disponibilità nonostante avessimo chiesto le autorizzazioni troppo a ridosso dell’evento.
Quali sono le tue impressioni dopo l’evento?
– Non posso nascondere di essere fiero di far parte di quest’associazione che dimostra unacollaborazione e una coesione incredibile a ogni giornata tematica. Vorrei solo fare un ringraziamento a tutti quelli che hanno scelto di partecipare, metterci la faccia e cercare di cambiare una mentalità fin troppo radicata nella nostra zona.
Il cambiamento inizia da noi!