Il governo apre una nuova stagione per la Pubblica amministrazione, stanziando in manovra le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti relativi ai trienni 2022-2025 e 2025-2027.
Una scelta strategica per restituire potere d’acquisto ai dipendenti pubblici, dopo anni di ritardi che hanno spesso visto gli adeguamenti economici arrivare a distanza di molto tempo dalla scadenza dei contratti, come evidenziato nell’articolo Aumento busta paga per i dipendenti statali: le novità.
Dalla Scuola alla Sanità, passando per Ministeri, Agenzie fiscali e Università, sono oltre un milione gli statali che beneficeranno di incrementi significativi in busta paga.
Funzioni centrali: aumenti fino a 353 euro al mese
Il comparto delle Funzioni Centrali che include Ministeri e Agenzie fiscali è tra i più coinvolti dal doppio rinnovo. Per circa 200mila lavoratori, la somma degli incrementi dei due cicli contrattuali produce un aumento medio di 353 euro lordi mensili: 165 euro del triennio 2022-2024 più 158 euro per il triennio 2025-2027.
Uno scatto che diventa ancora più consistente se si considera anche il precedente rinnovo 2019-2022, arrivando a 453 euro lordi complessivi. Un recupero salariale importante per chi opera nei settori amministrativi centrali dello Stato.
Sanità, 356 euro in più tra personale sanitario e amministrativo
Il doppio rinnovo premia anche il comparto Sanità, che conta circa 580mila dipendenti tra infermieri, tecnici, operatori socio-sanitari e personale amministrativo. La combinazione dei due cicli contrattuali porta un incremento totale di 356 euro lordi: 172 euro dal triennio appena concluso e altri 184 euro da quello in arrivo.
Un segnale forte per un settore che negli ultimi anni ha affrontato pressioni crescenti e che attendeva un adeguamento retributivo più rapido e coerente con le responsabilità svolte.
Scuola, quasi 300 euro in più per i docenti
Buone notizie anche per il personale scolastico. Per i docenti, l’aumento previsto dal triennio 2025-2027 è di 143 euro lordi mensili, che si sommano ai 150 euro ottenuti con il rinnovo 2022-2025.
Il totale sfiora così i 300 euro (per la precisione 293 euro), un incremento significativo per una categoria che da anni rivendica stipendi più allineati agli standard europei. Inizia così un percorso che punta non solo a migliorare le retribuzioni, ma anche a valorizzare il ruolo dei docenti all’interno della società.
Università e ricerca: incrementi fino a 470 euro mensili
Particolarmente corposi anche gli aumenti destinati al settore della Ricerca, che registrerà un incremento medio di circa 470 euro lordi al mese. Le figure di “elevata professionalità” delle Università vedranno invece una crescita retributiva di 420 euro.
Settori spesso penalizzati da stipendi poco competitivi, ma fondamentali per il futuro del Paese, soprattutto in termini di innovazione, sviluppo scientifico e qualità dell’offerta accademica.
Trattative ai blocchi di partenza: l’obiettivo è chiudere entro il 2026
Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha assicurato che i lavori sono già in corso: per Scuola e Funzioni locali sono pronti i primi tavoli, mentre per la Sanità si attende l’atto del Comitato di Settore Regioni-Sanità.
Le negoziazioni all’Aran verranno avviate nelle prossime settimane, con un obiettivo chiaro: completare tutti i rinnovi entro la fine del 2026. Una promessa che, se mantenuta, segnerebbe un cambio di passo storico nella gestione dei contratti della PA.
In un Paese in cui l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto di migliaia di famiglie, questo doppio rinnovo rappresenta non solo un adeguamento economico, ma un segnale politico e sociale forte: valorizzare il lavoro pubblico significa anche investire sulla qualità dei servizi e sull’efficienza del sistema Italiano. E per molti dipendenti statali, dopo anni di attesa, il cambiamento sembra finalmente essere arrivato.













