Ponte sullo Stretto: non è arrivato l’ok della Corte dei Conti per dare il via libera definitivo al progetto. Lo scorso 24 settembre i magistrati contabili avevano inviato al Cipess – il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile – un documento di sei pagine in cui venivano richiesti chiarimenti ed integrazioni su una serie di passaggi cruciali inclusi nella delibera n. 41/2025, quella sull’approvazione del progetto definitivo del Ponte. L’ ufficio della Corte chiede, dunque, un esame più approfondito.
Ponte sullo Stretto: cosa succede adesso
La decisione finale sarà presa il 29 ottobre, alle ore 10, data in cui è fissata la convocazione dei contabili della Sezione Centrale. In caso di esito positivo, la delibera potrà essere registrata in Gazzetta Ufficiale. In caso di esito negativo, l’atto verrà rimandato indietro e la palla passerebbe nuovamente in mano al governo.
L’ amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non sembra, tuttavia, preoccupato: “Siamo fiduciosi sull’esito positivo dell’esame della Corte, nella convinzione di aver operato nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Nei tempi previsti e in anticipo rispetto alla convocazione della seduta delle Sezione Centrale della Corte dei conti del prossimo 29 ottobre, verranno forniti – da parte delle Istituzioni competenti – tutti i nuovi approfondimenti richiesti, con la piena collaborazione da parte della Stretto di Messina”.
Ponte sullo Stretto: cosa segnala la Corte dei Conti
La Corte dei Conti ha segnalato la mancanza di documenti come verbali, delibere interne e pareri tecnici. Un altro punto riguardava la motivazione della delibera Cipess, ritenuta lacunosa dai giudici contabili sulle ragioni per cui il progetto sia stato considerato approvabile.
Dal punto di vista finanziario, sembrerebbero esserci delle discrepanze tra quanto riportato nell’appalto originario e nel progetto aggiornato. Con un superamento della soglia del 50%, secondo la norma, l’Unione Europea può imporre una nuova gara.











