
In Italia meno della metà della popolazione possiede competenze digitali di base! Questo quanto emerso dagli ultimi dati pubblicati da Eurostat, relativi all’alfabetizzazione digitale nei Paesi dell’Unione Europea.
Secondo gli studi con condotti, solo il 45,8% degli italiani possiederebbe un livello minimo di competenze digitali di base. Dato che colloca il nostro Paese al ventitreesimo posto in EU! Un dato preoccupante se si considera che la media europea è più alta di circa 10 punti percentuali.
In questo contesto, è doveroso parlare del programma “Decennio Digitale 2030”: una delle strategie più ambiziose e strutturate degli ottimi anni. Si tratta di un piano strategico che punta a trasformare radicalmente il tessuto sociale dei Paesi membri dell’Unione Europea. L’intero programma è sviluppato in quattro assi principali di intervento: capitale umano, imprese, pubblica amministrazione e infrastrutture digitali. Ognuno di questi ambiti sarà definito da un set specifico di indicatori di monitoraggio, pensati per valutare con precisione i progressi compiuti lungo tutti i percorsi. Nello specifico, l’Unione Europea punta a raggiungere, entro il 2030, un traguardo a dir poco ambizioso: portare all’80% la quota di cittadini tra i 16 e i 74 anni con competenze digitali almeno di base, in tutti e cinque i domini previsti dal Quadro europeo delle competenze digitali (DigComp).
Tuttavia, guardando i risultati ottenuti dall’Italia, la strada da compiere è ancora lunga. Considerando anche il fatto che oltre un terzo della popolazione, circa un 36,1%, possiede competenze considerate insufficienti. A questo dato si aggiunge un’ulteriore 5,1% che, pur essendo attivo su Internet, non possiede alcuna competenza digitale.
Analizzando nel dettaglio i dati raccolti, emergono con chiarezza diverse disuguaglianze. Da un lato, si registra un divario di genere: dove circa il 47,3% degli uomini possiede competenze digitali di base, contro solo il 44,1% delle donne. D’altro lato, il divario si fa ancora più evidente se si considerano le differenze generazionali. A tal proposito, si evince come i giovani tra i 16 e 24 anni mostrano livelli di competenze digitali più alti: si parla del 59,1% della popolazione che possiede competenze di base in tutti e 5 i domini previsti dal Quadro Europeo. Di contro, tra gli adulti dai 65 ai 74 anni, la quota scende drasticamente al 19,4%. Tutti questi dati raccolti collocano il nostro Paese al ventitreesimo posto tra i paesi dell’Unione Europea.
Tra le raccomandazioni, contenute nella prima relazione sul Decennio Digitale, pubblicata dalla Commissione Europea, figura l’invito a rafforzare il numero di laureati nelle discipline STEM: ovvero tutte le discipline collegate a scienze, tecnologia, ingegneria e matematica.
Nel nostro Paese e secondo il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, nel 2022, si sono laureati 468.000 studenti di cui solo 288 mila (pari al 23,4%) in discipline STEM. Ma all’interno di questo numero, la maggior parte dei laureati si concentra nei corsi di laurea di ingegneria e architettura, che da soli rappresentano il 14,2% del totale. Seguono le discipline scientifiche e matematiche con il 3,2%, mentre i laureati nelle discipline ICT (Information and Communication Technologies) restano ancora molto pochi: appena l’1,5%. Ancora una volta il nostro paese è leggermente sotto la media UE. Da tener conto anche i divari di genere legati ai percorsi di studio relativi alle tecnologie digitali. In questo ambito solo lo 0,3% delle donne ha conseguito una laurea in ambito ICT, contro 1,2% degli uomini. Anche a livello europeo si osserva lo stesso squilibrio: 1% delle donne contro il 3,6% degli uomini.
Solo quattro Paesi dell’Unione Europea hanno ottenuto risultati peggiori rispetto all’Italia. Si tratta della Lettonia che totalizza un punteggio di 45,3%. A seguire la Polonia con 44,3%, la Bulgaria con 35,5% e infine la Romania con appena il 27,7%. Al contrario, in cima alla classifica dei Paesi che hanno ottenuto risultati ottimali riguardo l’alfabetizzazione digitale, troviamo la Finlandia, che totalizza un punteggio apri al 94,5%. A seguire Malta dove il 91,8% della popolazione possiede competenze digitali di base. Infine, in terza posizione, la Repubblica Ceca che totalizza il 90,2%.
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