Lo sciopero nazionale dei trasporti ferroviari scatterà dalle 21:00 di giovedì 2 ottobre fino alle 20:59 di venerdì 3 ottobre 2025. A rischio cancellazioni e variazioni i treni del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. Possibili disagi anche poco prima dell’inizio e dopo la conclusione dello stop.
 Dopo lo stop del comparto aereo del 26 settembre, ora tocca al trasporto ferroviario. Di seguito tutti i dettagli.
Fasce garantite dei treni regionali
Come sempre, durante uno sciopero vengono assicurati i servizi minimi essenziali. Per i regionali di Trenitalia e Trenitalia Tper sono garantiti i collegamenti nelle fasce orarie:
- 6:00 – 9:00
- 18:00 – 21:00
Per i treni a media e lunga percorrenza (Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, InterCity, InterCity Notte, EuroCity, EuroNight) è disponibile sul sito Trenitalia la lista dei collegamenti che viaggeranno regolarmente anche durante lo sciopero.
Rimborsi e riprogrammazione viaggi
I passeggeri che intendono rinunciare al viaggio possono chiedere il rimborso del biglietto:
- fino all’orario di partenza per Intercity e Frecce;
- entro le 24:00 del giorno precedente lo sciopero per i treni regionali.
In alternativa, è possibile riproteggere il viaggio su un altro treno, alle stesse condizioni di trasporto e in base alla disponibilità di posti.
Trenord ha comunicato che lo sciopero potrà avere effetti sul servizio Regionale, Suburbano, Aeroportuale e di Lunga Percorrenza.
Giovedì 2 ottobre circoleranno i treni con partenza entro le 21:00 e arrivo a destinazione entro le 22:00
I treni Italo non risultano coinvolti nello sciopero: sul sito ufficiale della compagnia non figurano comunicazioni di servizio.
Gli scioperi annunciati in Sicilia
Oltre al comparto ferroviario, per venerdì 3 ottobre sono previsti scioperi locali di 24 ore nel trasporto pubblico locale:
- Autolinee Russo (Palermo) – FAISA-CISAL
- Etna Trasporti (Catania) – FAISA-CISAL
- Interbus (Enna) – FAISA-CISAL
- Segesta Autolinee (Palermo) – FAISA-CISAL
Lo sciopero del 2 e 3 ottobre rientra in una mobilitazione che tocca tutte le categorie pubbliche e private, esclusi i settori già interessati da altre astensioni e le regioni impegnate in consultazioni elettorali (Valle d’Aosta, Marche e Calabria).











