Cresce la preoccupazione tra le associazioni impegnate nella tutela delle vittime di mafia, usura e violenza domestica in seguito alla decisione del governo di destinare 43 milioni di euro del Fondo di solidarietà alla sicurezza delle Olimpiadi invernali Milano–Cortina 2026.
La misura, contenuta nel cosiddetto Decreto Sport, ha provocato forti critiche perché quei fondi, attivati nel lontano 2018, rappresentano un sostegno vitale. Ogni anno garantiscono circa 12 milioni di euro per servizi fondamentali come assistenza medico-psicologica, borse di studio e rimborsi sanitari per gli orfani di femminicidio, oltre al supporto per chi ha subito racket e usura.
La denuncia delle associazioni
Ad esprimere sconcerto l’associazione La Tazzina: “apprendiamo che il Governo ha deciso di destinare 43 milioni di euro – scrive in un comunicato stampa – residui del Fondo di solidarietà per le vittime di mafia, usura e orfani di femminicidio, alla sicurezza delle Olimpiadi invernali Milano–Cortina 2026, attraverso il cosiddetto Decreto Sport. Quel fondo non è un avanzo di cassa qualsiasi, ma una conquista del 2018, frutto di battaglie civili e parlamentari, che garantisce 12 milioni di euro all’anno per servizi essenziali: assistenza medico-psicologica, borse di studio, rimborso di spese sanitarie per orfani di crimini domestici, oltre che sostegno a vittime di racket, usura e mafia. Si tratta di risorse vitali per famiglie colpite da drammi irreparabili, ora sottratte per finanziare alloggi e attrezzature per le forze dell’ordine in occasione di un evento sportivo. Il governo tenta di minimizzare parlando di “residui” e di “interventi urgenti”, ma tradire le vittime e i collaboratori di giustizia in questo modo significa lanciare un messaggio devastante: “state zitti, denunciare vi costa caro, perché vi lasceremo soli”. È uno schiaffo alla dignità e alla speranza di chi ha fatto della legalità una missione di vita”.
“Non esiste olimpiade che possa camminare sul dolore delle vittime di mafia”
La Tazzina della Legalità ritiene che questi episodi compromettano la credibilità delle istituzioni e chiede le dimissioni della presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ritenendo che la sua guida non garantisca i principi di indipendenza, integrità e sicurezza. In una nota, l’associazione denuncia anche un quadro istituzionale allarmante: “non si può esibire la borsa di Paolo Borsellino nelle cerimonie ufficiali e poi ignorare le leggi che lui e Giovanni Falcone hanno fortemente voluto per la tutela dei testimoni e collaboratori di giustizia”.
“Non esiste olimpiade che possa camminare sul dolore delle vittime di mafia. Chiediamo al governo – conclude l’associazione – di tornare immediatamente sui propri passi, di ristabilire le priorità e di restituire alle vittime e ai più deboli le risorse che spettano loro per legge e per giustizia”.













