L’Italia del 2025 si presenta come una nazione attraversata da cambiamenti profondi e spesso divergenti: Il rapporto ISTAT “Noi Italia – 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” offre un’immagine dettagliata del contesto demografico, economico e sociale, restituendo una fotografia complessa, ma indispensabile per comprendere le dinamiche del presente. Dalla popolazione in calo all’invecchiamento crescente, dal mercato del lavoro in miglioramento alle disuguaglianze persistenti, il Paese si trova davanti a sfide strutturali che richiedono interventi mirati e visioni di lungo periodo.
Demografia e invecchiamento della popolazione
Al 1° gennaio 2024, la popolazione italiana è pari a circa 59 milioni di abitanti, corrispondenti al 13,2% dell’intera popolazione dell’Unione Europea: nonostante un lieve sostegno dato dall’immigrazione, il saldo naturale continua a essere negativo, con un numero di decessi comunque superiore a quello delle nascite. A ciò si aggiunge un invecchiamento marcato: l’indice di vecchiaia raggiunge quota 199,8, il valore più alto in Europa, con punte ancora più elevate in regioni come ad esempio la Liguria.
La speranza di vita continua a migliorare: 81,4 anni per gli uomini e 85,5 per le donne. Tuttavia, cresce anche l’indice di dipendenza demografica, che arriva a 57,6 persone non in età lavorativa ogni 100 attive, aumentando così la pressione sui sistemi sanitario e previdenziale.
Natalità e nuzialità in calo: aumentano i divorzi al Sud
Il quadro demografico è aggravato dal costante calo delle nascite: Il tasso di fecondità rimane fermo a 1,20 figli per donna, uno dei valori più bassi d’Europa e ben lontano dalla soglia di sostituzione pari a 2,1. Anche l’età media al parto continua a salire, stabilizzandosi a ben 32,5 anni.
Parallelamente, i matrimoni diminuiscono: il tasso di nuzialità è di 3,1 ogni mille abitanti, tra i più bassi del continente. Aumentano d’altro canto separazioni e divorzi, fenomeno più evidente nelle regioni meridionali.
Stranieri residenti: integrazione e criticità
Gli stranieri residenti in Italia sono circa 5,3 milioni, pari all’8,9% della popolazione: Le percentuali più elevate si registrano in Emilia-Romagna (12,6%). Il tasso di occupazione degli stranieri è del 66,2%, ma non mancano fragilità: la disoccupazione raggiunge il 10,1% e quasi la metà possiede solamente la licenza media, evidenziando un gap formativo rispetto alla popolazione italiana.
Povertà e disuguaglianze economiche
Il rapporto ISTAT evidenzia una persistente vulnerabilità socio-economica, oltre 5,7 milioni di persone vivono in povertà assoluta, tra cui 1,3 milioni di minori. Il reddito familiare medio è pari a 35.995 euro annui, ma metà delle famiglie non supera i 28.865 euro, infatti la povertà relativa interessa il 14,5% della popolazione, con punte oltre il 20% nel Mezzogiorno. Particolarmente critica la situazione degli stranieri, colpiti dalla povertà nel 35% dei casi.
Istruzione, giovani e mercato del lavoro
Il livello di istruzione italiano cresce lentamente: solo il 31,6% dei giovani tra 25 e 34 anni possiede un titolo universitario, lontano dal target UE del 45%. L’abbandono scolastico è al 9,8%, mentre i Neet (15-29 anni che non studiano né lavorano) rappresentano il 15,2%, con picchi oltre il 23% nel Sud.
Nel mercato del lavoro il tasso di occupazione (20-64 anni) sale al 67,1%, ma emergono profonde disparità territoriali: oltre il 74% nel Nord contro il 53,4% nel Sud. Persistente anche il divario di genere, con il 76,8% degli uomini occupati rispetto al 57,4% delle donne: la disoccupazione si attesta al 6,5%, ma raggiunge il 15,6% in Campania; quella giovanile scende al 20,3%, pur rimanendo elevata.
Sanità e servizi sociali: investimenti insufficienti
La spesa sanitaria pubblica è pari al 6,7% del PIL, inferiore alla media europea, con una spesa pro capite di 2.212 euro. Il 26% della spesa sanitaria è sostenuta dalle famiglie, uno dei valori più alti in Europa. I posti letto ospedalieri sono 3 ogni mille abitanti, con un’offerta più bassa nel Sud.
Nel settore dei servizi sociali, i Comuni spendono complessivamente 8,9 miliardi di euro (0,46% del PIL), ma con fortissime differenze territoriali: si va dai 607 euro pro capite di Bolzano ai soli 38 della Calabria. Il 64,4% dei Comuni offre servizi per la prima infanzia.
Società, cultura e territorio
L’86,2% delle famiglie ha accesso a Internet, sebbene il divario Nord-Sud persista. L’offerta culturale appare vivace: musei con 108 milioni di presenze, cinema (45,5%), teatri (22%) e concerti (24,7%). La lettura resta debole: solo il 40,1% degli italiani legge libri e il Paese è ultimo in Europa per consultazione online dei giornali.
Sul fronte del territorio, l’Italia registra 195 abitanti per km quadrati, il 21,7% del territorio è protetto e il 19,4% ricade nella rete Natura 2000. L’auto rimane il mezzo preferito, con 694 vetture ogni mille abitanti, il tasso più alto d’Europa. Critico il tema delle carceri: il 73% degli istituti è sovraffollato.













