L’Università di Catania, la più antica della Sicilia e tra le più longeve d’Europa, fondata nel lontano 1434, si prepara a un momento cruciale della sua storia: le elezioni per il nuovo Rettore, che guiderà l’Ateneo nel sessennio 2025-2031. Un passaggio fondamentale per il futuro accademico, scientifico e culturale dell’istituzione.
Il percorso elettorale è ufficialmente partito con il decreto firmato il 23 aprile 2025 dal prof. Biagio Ricceri, decano dei docenti e presidente della commissione elettorale. La prima votazione è fissata per il 23 giugno 2025. Nel caso in cui nessun candidato raggiunga la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto nelle prime tre tornate (23, 26 e 30 giugno), si procederà con un ballottaggio il 3 luglio tra i due candidati più votati.
La scelta del Rettore influenzerà direttamente il ruolo dell’Ateneo nel contesto nazionale e internazionale, la qualità dell’offerta formativa, le attività di ricerca e il rapporto con il territorio. In un periodo di grandi sfide per l’università italiana, la comunità accademica è chiamata a partecipare attivamente per tracciare insieme la rotta che porterà Unict verso un futuro di innovazione, inclusione e crescita.
LiveUnict, che seguirà da vicino le elezioni, continua con lo speciale con un’intervista al prof. Veroux.
N.B. Tutti i candidati sono stati contattati dalla redazione di LiveUnict, nel rispetto del principio di par condicio e al fine di garantire piena equità.
Conosciamo meglio il candidato
Il professorePierfrancesco Veroux, 63 anni, è ordinario di Chirurgia vascolare e direttore del Dipartimento di Chirurgia generale e specialità medico-chirurgiche (CHIRMED). È, inoltre, direttore dell’UOC di Chirurgia Vascolare e Centro Trapianti dell’AOU Policlinico-San Marco di Catania e Principal Investigator del protocollo sperimentale di Trapianto di Utero, autorizzato dal Centro Nazionale Trapianti e dall’Istituto Superiore di Sanità. Ha già avuto esperienze nell’ambito “rettorale”, essendo stato delegato del rettore per la “Sanità ed Innovazione in campo medico”.
In una prima intervista già pubblicata dalla TV di Ateneo, abbiamo conosciuto il prof. Pierfrancesco Veroux sul piano personale e professionale. Ora approfondiamo i punti chiave del suo programma per l’Università di Catania.
1. Professore, perché ha deciso di candidarsi alla carica di Rettore?
“La decisione di candidarmi alla carica di Rettore dell’Università di Catania è maturata nel tempo, attraverso un percorso fatto di ascolto, confronto e riflessione profonda. È una scelta che nasce nella consapevolezza della complessità e delle responsabilità connesse a questo ruolo.
Metto a disposizione dell’Università la mia esperienza umana e professionale, costruita su valori che da sempre guidano il mio agire: onestà, rigore etico, senso del dovere. Valori che ho imparato prima nella mia famiglia e poi nella mia formazione accademica e professionale, e che ho cercato di trasmettere ogni giorno nel mio lavoro di medico, docente, ricercatore e dirigente.
L’Università di Catania è una grande comunità, ricca di storia e potenzialità straordinarie, che merita un progetto di crescita concreto, sostenibile e condiviso. La mia visione è quella di un Ateneo giusto, dinamico, internazionale, dove ciascun componente, studenti, personale tecnico-amministrativo, ricercatori e docenti, possa riconoscersi, contribuire e crescere. Un’Università capace di superare le divisioni e i personalismi che troppo spesso ne hanno ostacolato il cammino.
Nel mio percorso ho avuto il privilegio di guidare équipe complesse, di fondare centri e programmi innovativi, di sviluppare nuovi modelli formativi e organizzativi, ottenendo risultati di rilievo nazionale e internazionale. Ma ciò che conta di più oggi è mettere questa visione sistemica e questa capacità organizzativa a servizio dell’intera comunità universitaria. Credo fermamente in una governance fondata sulla trasparenza, sul dialogo e sulla partecipazione. L’Università deve tornare a essere luogo di confronto costruttivo, di inclusione e di fiducia reciproca. Non basta amministrare: serve progettare, ascoltare, coinvolgere. Serve, soprattutto, credere nel futuro del nostro Ateneo e impegnarsi insieme per realizzarlo.
Per questo mi candido: per costruire insieme, passo dopo passo, un’Università che sappia accogliere, innovare, ispirare. Un’Università che riparta dalle sue radici per guardare lontano”.
2. Quale esperienza professionale precedente ritiene possa esserle particolarmente utile nel ruolo di Rettore?
“Credo che l’esperienza che più potrà rivelarsi utile nel ruolo di Rettore sia la mia lunga attività di gestione di strutture complesse, tanto in ambito clinico quanto accademico. In particolare, la direzione del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialità Medico-Chirurgiche (CHIRMED) e del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare del Policlinico Universitario ha rappresentato per me un banco di prova concreto nella costruzione di modelli organizzativi efficienti, nel coordinamento di team multidisciplinari e nella promozione di una visione strategica fondata sul merito, sulla trasparenza e sulla collaborazione.
In questi contesti ho potuto sviluppare capacità di leadership orientate alla programmazione, all’innovazione e alla gestione equa e responsabile delle risorse. La complessità organizzativa, la pressione decisionale e la necessità di mantenere sempre alta la qualità dei servizi mi hanno insegnato a coniugare visione e pragmatismo, ascolto e determinazione, abilità che ritengo centrali anche per chi si appresta a guidare un grande Ateneo come il nostro.
All’interno dell’Università, ho inoltre ricoperto ruoli che mi hanno permesso di conoscere a fondo la macchina accademica: sono stato Delegato del Rettore alla Sanità e all’Innovazione in campo biomedico, membro della Commissione per lo Sviluppo dell’Organico di Ateneo, responsabile scientifico di un importante progetto PNRR e promotore di iniziative formative all’avanguardia, come il nuovo corso di laurea in Medicine and Surgery e un dottorato multi-dipartimentale interamente autofinanziato.
Queste esperienze mi hanno insegnato quanto sia essenziale saper unire competenze gestionali a una visione condivisa, creare sinergie tra settori diversi, valorizzare le eccellenze e affrontare le criticità con spirito costruttivo. Guidare un Ateneo richiede oggi non solo profonda conoscenza dell’ambiente universitario, ma anche la capacità di costruire reti, di coinvolgere le persone, di guidare l’innovazione con equilibrio e rigore. Ecco perché ritengo che la mia esperienza professionale, maturata nel dialogo costante tra formazione, ricerca, cura e governance, possa rappresentare una solida base per affrontare con competenza e responsabilità la sfida del rettorato.”
3. Tra i vari interventi proposti nel suo programma, qual è il più urgente e il primo su cui si impegnerà a realizzare?
“Il mio primo obiettivo come rettore sarà avviare un processo organico e strutturato di innovazione gestionale che riconosca finalmente il ruolo centrale del personale tecnico-amministrativo, bibliotecario, dei Lettori e dei Collaboratori ed esperti linguistici, garantendo loro la giusta valorizzazione economica per il lavoro svolto. Non si può immaginare un’Università moderna, efficiente e proiettata verso il futuro senza una macchina amministrativa solida, motivata e valorizzata. Il personale tecnico-amministrativo è, a tutti gli effetti, il cuore operativo e strategico del nostro Ateneo: è da qui che deve partire il rilancio.
Solo attraverso una minuziosa messa a punto della macchina amministrativa sarà possibile alleggerire il carico burocratico che grava oggi sui docenti, restituendo loro tempo ed energie da dedicare alle importanti missioni del mestiere che abbiamo scelto.
Per questo sarà necessario un intervento profondo sia sulla macro-organizzazione delle aree dirigenziali, per renderle più snelle, funzionali e coerenti con le esigenze della didattica e della ricerca, sia sulle micro-organizzazioni delle singole strutture.
Voglio promuovere un modello organizzativo che si basi su criteri di qualità, responsabilità diffusa, formazione continua e valorizzazione del merito. Al tempo stesso, è prioritario introdurre un sistema di incentivazione efficace, capace di motivare il personale e di premiare concretamente l’impegno, l’innovazione e la collaborazione tra le diverse aree.
Infine, intendo favorire una cultura amministrativa più aperta al dialogo con la componente accademica e studentesca, valorizzando la professionalità del personale non docente come elemento di coesione e di crescita per l’intera comunità universitaria. Il rilancio dell’Università di Catania parte da qui: dal riconoscimento e dalla valorizzazione di chi ogni giorno, con competenza e dedizione, fa funzionare l’Ateneo”.
4. Tracciando un bilancio dell’amministrazione precedente, in cosa pensa abbia fallito e in cosa invece sia riuscita?
Credo sia doveroso riconoscere, prima di tutto, che l’amministrazione uscente ha operato in un contesto particolarmente difficile, segnato da sfide inedite come l’emergenza sanitaria della pandemia Covid, i profondi cambiamenti del sistema universitario nazionale e l’avvio del PNRR, che ha richiesto una rapidissima capacità di adattamento e progettazione.
Tra i risultati positivi, va certamente menzionato lo sforzo di rilancio dell’immagine dell’Ateneo, così come l’avvio di importanti progettualità in ambito scientifico e tecnologico, la partecipazione a programmi di finanziamento europei e nazionali, e un rinnovato impulso verso l’internazionalizzazione.
Credo che oggi, più che puntare il dito, sia necessario imparare da ciò che ha funzionato e, con altrettanta lucidità, correggere ciò che ha frenato la crescita dell’Ateneo. Serve una governance che ascolti, coinvolga e valorizzi ogni componente della comunità universitaria. Serve, soprattutto, ricostruire un clima di fiducia reciproca, che rappresenta il prerequisito fondamentale per ogni progetto di rilancio e innovazione.
5. In che modo crede di poter contribuire alla vita della comunità accademica e, più in generale, all’Ateneo se sarà eletto?
Come Rettore, intendo essere innanzitutto una presenza costante, visibile e accessibile. Credo che il primo dovere di chi guida un’istituzione complessa come l’Università di Catania sia quello di ascoltare, unire e dare valore a tutte le componenti della comunità accademica: studenti, personale tecnico-amministrativo, ricercatori e docenti. Solo partendo dal dialogo e dal confronto continuo è possibile costruire un progetto condiviso, capace di rispondere in modo concreto ai bisogni reali del nostro Ateneo.
La mia esperienza mi ha insegnato che un’organizzazione funziona davvero quando chi la vive si sente parte attiva, quando i percorsi sono trasparenti, i ruoli ben definiti e le competenze riconosciute. Per
questo lavorerò per snellire le procedure amministrative, promuovere il merito e valorizzare le specificità dei dipartimenti e delle persone che vi operano. Intendo portare avanti un modello organizzativo chiaro e orientato agli obiettivi, che sappia unire efficienza gestionale e umanità relazionale.
Desidero che l’Ateneo torni a essere un punto di riferimento culturale e civile per il nostro territorio, ma anche un ambiente stimolante in cui poter crescere professionalmente e umanamente. Promuoverò una maggiore internazionalizzazione, l’innovazione nei percorsi formativi, il rafforzamento della ricerca interdisciplinare e il sostegno a tutte le iniziative che sappiano coniugare sapere e impatto sociale.
Infine, ritengo fondamentale ricostruire un senso di appartenenza autentico: una comunità si rafforza se si riconosce in valori comuni, se si sente rispettata e coinvolta.
6. Tra i lettori di LiveUnict ci sono molti giovani iscritti all’Ateneo, vuole dire qualcosa agli studenti?
Sì, voglio rivolgermi agli studenti con sincerità e senso di responsabilità. Voi siete il cuore pulsante dell’Università, la sua ragione d’essere e il suo futuro. La mia candidatura nasce anche dal desiderio profondo di costruire un Ateneo che sappia mettervi davvero al centro: un luogo in cui possiate non solo formarvi, ma anche crescere come persone, coltivare il vostro talento e trovare gli strumenti per affrontare con fiducia le sfide del domani.
Mi impegno fin d’ora a lavorare per garantire un’offerta formativa di qualità, servizi più efficienti, spazi adeguati, opportunità di mobilità e inserimento lavorativo, e soprattutto ascolto. Vogliamo un’Università che non lasci indietro nessuno, che premi il merito ma sappia anche sostenere chi ha più bisogno, che sia viva, aperta, inclusiva.
Vi invito a essere parte attiva del cambiamento: la vostra voce è fondamentale. Partecipate, criticate, proponete. L’Università ha bisogno della vostra energia, del vostro entusiasmo, delle vostre idee. Insieme possiamo costruire un Ateneo dove ciascuno di voi possa riconoscersi, sentirsi accolto, e trovare lo spazio per diventare ciò che desidera essere.
L’Università è il vostro presente, non solo un trampolino per il futuro. Con la vostra fiducia, possiamo iniziare questo cammino e costruire il futuro.