Alla Sala Futura del Teatro Stabile di Catania va in scena Non domandarmi di me, Marta mia, spettacolo tratto dal carteggio tra Luigi Pirandello e Marta Abba. La pièce, firmata dalla drammaturga Katia Ippaso e diretta da Arturo Armone Caruso, sarà rappresentata da venerdì 2 a domenica 4 maggio. Al centro, l’intenso rapporto epistolare durato un decennio tra l’autore premio Nobel e la sua musa, interpretata da Elena Arvigo. Il racconto si concentra sul 10 dicembre 1936, giorno della morte di Pirandello, mentre Marta è a New York impegnata in uno spettacolo a Broadway.
Una notte sospesa tra memoria e assenza
Rientrata nel suo appartamento di Manhattan, Marta Abba riceve la notizia della morte di Pirandello. Nella solitudine della notte, si confronta con l’ultima lettera ricevuta da lui solo sei giorni prima. Davanti a sé, sparpagliate sul letto e sul pavimento, tutte le lettere scambiate nell’arco di dieci anni. È un momento di rievocazione intima e dolorosa, in cui si riaprono le ferite di un legame profondo e segreto, definito dallo stesso Pirandello “un fatto d’esistenza”.
Marta e le eroine pirandelliane: un dialogo oltre la morte
Lo spettacolo restituisce al pubblico una Marta più fragile, distante dall’immagine decisa che emerge dalle lettere. La morte improvvisa del Maestro altera la sua percezione del passato e risveglia domande mai poste. In un’atmosfera rarefatta, tra veglia e sogno, accanto al fantasma di Pirandello si materializzano anche le sue eroine teatrali: la Tuda, Donata Genzi, Ilse, create appositamente per lei. La scena si fa così teatro della memoria, dell’amore e dell’arte.












