La sanità Siciliana è nuovamente nell’occhio del ciclone per uno scandalo che coinvolge la gestione degli esami istologici. Ritardi inspiegabili e burocratiche inefficienze hanno avuto conseguenze devastanti per i pazienti e le loro famiglie. Il caso più emblematico è quello di un uomo di 68 anni di Partinico, operato per appendicite nell’aprile dello scorso anno e deceduto a dicembre per un carcinoma al colon. Il risultato della biopsia, fondamentale per la diagnosi precoce e le cure tempestive, è arrivato solo dopo cinque mesi, quando ormai le condizioni del paziente erano irrimediabilmente compromesse.
Le denunce dei familiari e il silenzio delle istituzioni
I familiari della vittima non si sono limitati a segnalare il ritardo, ma hanno cercato invano risposte dalle istituzioni. Due PEC inviate all’assessorato regionale alla Salute nell’agosto e nel settembre del 2024 sono rimaste senza risposta. L’assessore dell’epoca, Giovanna Volo, e il dirigente del dipartimento di pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, non hanno fornito alcuna spiegazione né intervento risolutivo.
“Abbiamo inviato mail, PEC, fatto telefonate, tutte puntualmente inevase”, ha raccontato la sorella del paziente. “Ora si dicono sorpresi, ma noi abbiamo informato chi di dovere e nessuno ha mosso un dito. Il dolore è grande, ma ancora più grande è l’avere avuto negato il diritto a potersi curare“
L’inefficienza della sanità Siciliana non è solo un problema amministrativo, ma un’emergenza che colpisce direttamente la vita delle persone. Il ritardo nella consegna degli esami istologici priva i pazienti della possibilità di ricevere cure tempestive, aumentando il rischio di complicazioni e, nei casi più gravi, riducendo le possibilità di sopravvivenza. La moglie dell’uomo deceduto ha espresso il proprio sdegno in un esposto presentato alla Procura di Palermo:
“Se l’anatomopatologo avesse fornito il referto in tempi ragionevoli, mio marito avrebbe avuto maggiori possibilità di affrontare la malattia. Invece, ci siamo trovati di fronte a un muro di silenzio e negligenza”.
L’ispezione avviata dalla Regione e le indagini della magistratura potrebbero portare a individuare responsabilità precise, ma per molte famiglie il danno è ormai irreparabile.
Un problema diffuso: centinaia di esami istologici in attesa
Il caso di Partinico non è isolato. La denuncia del vice segretario nazionale del Psi (Partito Socialista Italiano), Nino Oddo, getta ulteriore luce su un sistema che sembra essere al collasso. Dopo sei mesi di attesa, ha finalmente ricevuto il referto della propria biopsia, fortunatamente con esito negativo. Ma non tutti sono stati così fortunati.
“Altri 30 pazienti non hanno avuto la stessa sorte e questo è solo un dato provvisorio. Restano ancora 2.000 esami in attesa di esito, solo tra alcuni mesi, o forse mai, sapremo quanti morti saranno riconducibili a questo scandalo”, ha affermato Oddo.
La speranza è che l’inchiesta porti a riforme concrete e non si concluda con le solite dichiarazioni di circostanza.
La sanità siciliana tra ritardi e promesse mancate
La carente gestione del sistema sanitario pubblico è sotto gli occhi di tutti. Storie su storie raccontano tragicamente di attese infinite, errori madornali e di un’amministrazione regionale che arranca nel trovare soluzioni, svelando ancora una volta la fragilità della sanità Siciliana e delle vite che dovrebbe proteggere. Sono centinaia i Siciliani intrappolati nel limbo della sanità pubblica, costretti ad aspettare mesi per i referti e a subire continui rinvii per una visita specialistica. Nel caos gestionale, c’è una sola certezza: i laboratori di Anatomia patologica delle aziende sanitarie pubbliche accumulano ritardi spaventosi.
ll Codacons e l’Associazione Italiana per i Diritti del Malato e del Cittadino, insieme al leader nazionale e giurista Francesco Tanasi, lanciano un nuovo appello al Ministro della Salute affinché intervenga immediatamente per risolvere l’emergenza sanitaria in Sicilia.
La situazione è sempre più grave e si estende in tutta la Regione. Dopo i ritardi negli esami diagnostici a Palermo, e la mancanza di farmaci per i pazienti oncologici a Ragusa, ora esplode il caso Enna, dove oltre 4.500 pazienti sono in attesa di un intervento chirurgico, con 58 di loro bloccati dal 2023. Le carenze di personale, anestesisti e strumenti chirurgici stanno mettendo in ginocchio gli ospedali della provincia, aggravando una crisi che si trascina da anni.
Una politica assente e una sanità allo sbando
Mentre la politica ha preferito per anni spartirsi poltrone e incarichi nel settore sanitario, oggi il presidente della Regione, Renato Schifani, corre ai ripari tra tavoli tecnici, minacce di commissariamenti e ispezioni annunciate.
“Assoluta determinazione a prevenire e gestire situazioni analoghe per evitare che si possano ripetere”,
ha dichiarato, ma la realtà racconta un’altra storia. La sanità Siciliana sballa, dalla coda alla testa, con ritardi cronici e strutture al collasso, tema di cui abbiamo già trattato nel settembre scorso Sicilia, sanità in crisi: oltre 600 giorni di attesa per una visita medica, che si ripresenta senza alcun miglioramento.
Ad aggravare il quadro, la Corte dei Conti ha mosso nuove contestazioni alla gestione della sanità Siciliana. Si parla di “gravi criticità gestionali risalenti alla fase emergenziale” e della “necessità di recuperare con estrema urgenza l’economicità e l’efficienza della spesa”. Un sistema che, oltre a essere inefficace, continua a essere economicamente insostenibile, con sprechi che non si traducono in servizi adeguati per i cittadini. Questa situazione viola apertamente il diritto alla salute sancito dalla Costituzione.