L’Italia si colloca al secondo posto in Europa per il minor ricorso all’ospedalizzazione, dietro ai Paesi Bassi. Tuttavia, un quarto dei ricoveri avviene in strutture private accreditate, con una crescente tendenza negli ultimi anni. Tra il 2017 e il 2022, il ricorso a queste strutture per interventi chirurgici è aumentato del 2,3%, arrivando a rappresentare il 27,1% di tutte le ospedalizzazioni. La media delle degenze italiane è la più alta in Europa, riflettendo l’alta età media della popolazione e la complessità dei casi trattati.
Spesa sanitaria, rinunce alle cure e medici di famiglia
La spesa sanitaria pubblica in Italia, pari al 75,6% del totale e a 122,1 miliardi di euro, resta tra le più basse d’Europa se si considera l’inflazione. Contestualmente, la spesa sanitaria privata dei cittadini ha raggiunto 40,2 miliardi di euro (+5% rispetto all’anno precedente). Questa situazione, aggravata da liste d’attesa lunghe e difficoltà organizzative, ha spinto 4,5 milioni di persone a rinunciare a cure e accertamenti. A peggiorare il quadro è la diminuzione dei medici di famiglia, scesi sotto le 40.000 unità, con molti che gestiscono un numero di pazienti superiore al limite normativo.
Le sfide del tariffario e il ruolo delle strutture private
Un tema cruciale riguarda il tariffario delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, sospeso dal Tar del Lazio ma successivamente ripristinato. Questo tariffario, che include i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), è al centro di polemiche per la riduzione delle tariffe, ritenuta insostenibile da molte realtà del settore. Gabriele Pelissero, presidente dell’Aiop, ha sottolineato l’urgenza di un confronto con il Ministero della Salute per adeguare le tariffe ai costi attuali, evitando un’interruzione dei servizi essenziali garantiti dal privato accreditato, che copre oltre il 50% delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.