Durante le festività natalizie, la Regione Siciliana ha deciso di ridurre il biglietto del passante ferroviario di Catania da 2,20 euro a 1 euro. Una decisione che, purtroppo, suona come una rarità in un contesto in cui il prezzo di un semplice biglietto ferroviario per i treni regionali è uno dei più alti a livello nazionale, se non il più alto. Mentre a Roma, capitale del Paese, il costo di un biglietto ferroviario urbano è di un euro, in Sicilia si continua a mantenere una politica tariffaria che pesa sulle tasche dei pendolari.
I disservizi a Catania
La scelta della Regione Siciliana di abbassare il prezzo del biglietto a un euro per le festività è stata accolta con una certa sorpresa e, inevitabilmente, con un velo di scetticismo. Perché proprio durante le festività e non come una misura strutturale? La Sicilia si trova ancora oggi a fare i conti con un sistema di trasporti pubblici che si distingue più per le disfunzioni che per l’efficienza. Perché mantenere un prezzo così alta in una città dove i disservizi e le mancate corse sono all’ordine del giorno?
La frequenza dei treni è scandalosamente bassa, con corse che passano ogni ora o più, rendendo il trasporto ferroviario un’opzione poco praticabile per chi ha esigenze quotidiane.
Acquicella una stazione inutilizzata
Lungomare Liberato rende noto come non si può continuare a parlare di disservizi legati al trasporto pubblico senza citare il caso della stazione di Acquicella, chiusa ormai da anni. La stazione, che un tempo serviva una zona importante di Catania, è diventata un simbolo della cattiva gestione delle infrastrutture. Perché una stazione in una zona strategica viene chiusa e, nel contempo, vengono spesi centinaia di milioni di euro per la costruzione di nuove strutture che, alla fine, potrebbero non risolvere i problemi di fondo?
Dovremmo puntare su quello che abbiamo e concentrare i fondi e le energie su quello!