La Sicilia sarebbe seconda in Italia per il numero degli indagati in processi per corruzione e reati affini, i quali inquinano l’economia e la normale attività delle pubbliche amministrazioni. Sono “solo” 5 le inchieste giudiziarie svolte dal primo gennaio al primo dicembre di quest’anno, ma sono ben 82 le persone sotto accusa. Peggi dell’Isola c’è solo il Lazio con 10 inchieste per 106 indagati.
In tutto il territorio nazionale sarebbero 48 le inchieste censite nel report di Libera “Italia sotto mazzetta”, portate avanti da 28 procure diverse in 14 regioni nonostante il numero delle indagini sia inferiore a quello di Lazio 10 indagini, Campania 9 indagini e Lombardia 7 indagini conta un numero di indagati più elevato. Assieme alla Puglia (4 inchieste, 64 indagati) queste sono le regioni in cui, in base ai dati raccolti dall’associazione, si contrano il 74% delle indagini.
Le mazzette vengono utilizzate per facilitare l’iter burocratici più disperati, dai finti vaccini a falsi titoli di studio, ma anche per oleare gli ingranaggi spesso considerati bloccati, di appalti per la gestione dei rifiuti e la realizzazione di opere pubbliche, ma anche per la concessione di licenze edilizie, senza contare tutte le tangenti legate al voto.
Insomma, un quadro altamente allarmate, il quale va ad accrescere la credenza popolare che voglia la Sicilia una regione di collusi, mafiosi e corrotti.