La nostra città di Catania continua a detenere il tragico primato per incidenti e morti sul lavoro. Anche quest’anno si conferma la prima provincia Siciliana, e mese dopo mese i numeri sembrano crescere sempre di più. Ed è proprio il rapporto Inail, aggiornato ai primi nove mesi del 2024, a svelare i dati tragici sugli infortuni e decessi sia in Sicilia che a livello nazionale.
Se si considera il periodo compreso tra gennaio agosto 2024 in Italia si sono verificati 680 infortuni sul lavoro. Di questi 507 all’interno dell’area lavorativa e 173 durante il tragitto casa lavoro. Inoltre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i decessi sono aumentati del 3,5%, con ben 23 vittime in più. Secondo i dati forniti dall’INAIL e analizzati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, la media mensile di decessi sul lavoro è stata di 85.
Inoltre, secondo quanto ricavato dai dati raccolti la regione col numero più altro di incidenti sul lavoro si riconferma la Lombardia, con 86 decessi. Seguono l’Emilia-Romagna (54), il Lazio (52), la Campania (43) e la Sicilia (41).
Le denunce di infortunio continuano a colpire principalmente gli uomini, con 250.325 incidenti denunciati contro 136.229 per le donne. Le fasce di età più colpite sono quelle tra i 45 e i 54 anni, con un totale di 86.030 denunce. Per quanto concerne i decessi sul lavoro sono più frequenti tra i lavoratori dai 55 ai 64 anni (175 vittime su 507 totali).
Inoltre l’analisi dei settori economici colpiti rivela che l’ambito delle costruzioni è il comparto con il numero maggiore di decessi, con 92 vittime. A seguire le attività manifatturiere (60), trasporti e magazzinaggio (53) e l’ambito del commercio (35). Ed è proprio il settore delle costruzioni a far crescere gl incidenti e i morti sul lavoro nella nostra città di Catania.
Nel periodo che va da gennaio 2024 a settembre 2024, solo a Catania sono state effettuate ben 5384 denunce di infortunio sul lavoro. Il numero è nettamente in aumento, se si considerano i dati del 2023, in cui si registravano 5078 casi. Sul podio insieme a Catania, più precisamente al secondo posto: Palermo con 4477 incidenti.
Un ulteriore dato angosciante riguarda i morti sul lavoro: a Catania nel 2023 erano stati registrati 13 decessi sul lavoro, mentre nel 2024, a settembre, il numero è sceso a 12. Nonostante ciò il dato rimane drammatico e inaccettabile.
A livello regionale, la Sicilia si posiziona tra le zone con il più alto indice di infortuni e morti sul lavoro. Si registra quindi un tasso superiore del 25% rispetto alla media nazionale. Questo significa che ogni milione di occupati in Sicilia, più di 25 persone hanno perso la vita sul lavoro. Un dato che pone Catania, e la Sicilia in generale in una grave e tragica situazione.
Enza Meli, segretaria della Uil etnea, ha commentato i numeri in aumento con grande preoccupazione. “Questi numeri sono tragicamente costanti. Tanti, troppi lavoratori perdono la vita o subiscono infortuni gravissimi, spesso in cantiere, nei campi o nelle fabbriche”, ha affermato la sindacalista. Meli ha puntato il dito contro le politiche delle imprese, accusate di risparmiare sulle misure di sicurezza e prevenzione, nonché sulla formazione professionale. “Questo massacro – ha aggiunto – è il frutto di una cultura imprenditoriale che non mette al primo posto la sicurezza dei lavoratori”.
La segretaria della Uil ha inoltre sollevato una questione importante: l’assenza di una legge che punisca in modo adeguato i responsabili degli incidenti sul lavoro. “Occorrerebbe una legge che sancisca l’omicidio sul lavoro e una Procura speciale per gestire questi casi“, ha sottolineato Meli, ribadendo che la Uil sollecita da anni l’introduzione di tale normativa, senza risultati concreti.
Enza Meli ha inoltre ribadito l’importanza di campagne nazionali, come quella #Zeromortisulavoro, lanciata dal segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri. La campagna rivendica l’introduzione di misure specifiche per la sicurezza sul lavoro nella prossima manovra economica del Governo. Si vuole quindi evidenziare che senza azioni concrete sulla sicurezza non si possa parlare di diritti legati al lavoratore.
In sintesi, Catania e la Sicilia devono affrontare una crisi drammatica legata alla sicurezza sul lavoro. La situazione continua a peggiorare mese dopo mese, i numeri continuano a crescere e le istituzioni sembrano non voler far nulla e non preoccuparsene. La tragedia quotidiana che Catania continua a vivere richiede azioni immediate e risolute: politiche di prevenzione vere, formazione adeguata per i lavoratori e un sistema di controllo che funzioni sul serio. Non si può continuare a morire sul proprio posto di lavoro.
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