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Matrimoni forzati, la Sicilia è tra le regioni italiane più colpite: l’indagine

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Secondo l'analisi della Polizia Criminale, la Sicilia è tra le regioni italiane colpite dal fenomeno dei matrimoni forzati: ecco i dati.

Ogni anno, l’11 ottobre, si celebra la “Giornata Mondiale delle Bambine”, allo scopo di riconoscere i diritti delle ragazze e le sfide che ogni giorno sono costrette ad affrontare. In occasione di questa ricorrenza, sono diversi i temi affrontati per sensibilizzare i cittadini del mondo sulla questione.

Le differenze di genere, le mutilazioni genitali, o ancora le gravidanze precoci: queste sono alcune delle problematiche con le quali si scontrano ogni giorno le donne più o meno giovani di tutto il mondo. E l’Italia non è certo esclusa dalla questione: per esempio, anche se questo dato potrebbe stupire, nel Belpaese si registrano numerosi casi di matrimoni forzati. Ecco i risultati delle indagini della Polizia Criminale e di Terre des Hommes.

Matrimoni forzati: il report della Polizia

Nel corso del 2023, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni ha rilasciato un dossier realizzato dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale sul tema della “Costrizione o induzione al matrimonio”. Il motivo di tale rapporto è legato al numero altalenante di reati di questo genere commessi in Italia. Infatti, sebbene ci si avvicini alla fine del 2023, in Italia è ancora presente la pratica del “matrimonio combinato” che si potrebbe pensare sia appartenente al passato.

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Le vittime di tale reato sono donne nell’86% dei casi e, come indicato dalla Polizia, un caso recente avvenuto in Italia e tristemente noto a tutti è quello di Saman Abbas. Inoltre, come sottolineato nel report citato, il matrimonio forzato è una “tra le forme di prevaricazione più gravi perché nega, spesso fin dalla più giovane età, ogni forma di libertà e autodeterminazione, risultando foriero di ulteriori prevaricazioni”.

I matrimoni forzati: la situazione in Italia

In generale, si definisce “matrimonio forzato” l’unione legale tra due persone in assenza del consenso di uno dei due. Come anticipato, l’andamento riscontrato in Italia relativamente a questo reato è instabile. Infatti, se nel 2019 e nel 2020 i casi di reati sono stati rispettivamente pari a 7 e a 8, nel 2021 il dato è di 24 casi, mentre nel 2022 il conteggio si è fermato a 13. Inoltre, secondo quanto rilevato, ad essere colpite dal fenomeno sono soprattutto le regioni del nord Italia, con Lombardia ed Emilia Romagna in testa, seguite da Piemonte, Toscana, Veneto e Trentino Alto Adige. Al sud, il fenomeno sembrerebbe più contenuto, considerando che i casi per regione sono bassi o nulli, ad esclusione della Sicilia, che tiene testa al secondo gruppo di regioni settentrionali citate.

Guardando alle fasce d’età, secondo quanto rilevato dalla Polizia, un terzo delle vittime è minorenne, mentre il 50% ha tra i 18 e i 24 e circa il 19% è in un’età compresa tra i 25 e i 64 anni. Un ulteriore dato interessante riguarda la cittadinanza delle vittime del reato di matrimonio forzato: infatti, nel 59% dei casi si tratta di persone straniere residenti in Italia. A tal proposito, è facile giustificare i dati con motivazioni quali ideologie e culture differenti. Tuttavia, va sottolineato che un consistente 41% delle vittime è di nazionalità italiana. Per completezza, si specifica che le nazionalità straniere più rappresentate sono le seguenti:

  • pakistana (57%);
  • Albania, India, Bangladesh e Romania (7% ciascuna);
  • Croazia, Nigeria, Polonia, Serbia e Sri Lanka (3% ciascuna, pari a una vittima per nazionalità).

Infine, un tema da tenere in considerazione per analisi come queste è senza dubbio quello della “propensione alla denuncia”, come indicato dalla Polizia stessa. Infatti, è possibile che i casi siano notevolmente di più e che spesso passino inosservati o vengano subiti passivamente dalle vittime. Le motivazioni sono varie, ma principalmente si tratta di paura, smarrimento o “deformazione socio-culturale”.

In Sicilia è record di “baby mamme”: i dati TDH

L’analisi della Polizia non è passata inosservata a Terre des Hommes, che ha inserito questo dato all’interno del dossier 2023 della campagna annuale “indifesa”, pubblicato di recente. Infatti, la presenza di vittime ancora minorenni e, nel 5% dei casi, al di sotto dei 14 anni, ha inevitabilmente richiamato l’attenzione di TDH.

Prendendo in considerazione il report “indifesa” e volgendo nuovamente lo sguardo alla Sicilia, è interessante notare come anche quest’anno sia stato confermato un dato particolare. Infatti, la Sicilia è la regione italiana che conta il maggior numero di baby mamme. Si tratta delle giovani ragazze madri che hanno meno di 18 anni. Infatti, secondo i dati 2021, sono ben 262 i bambini nati vivi da madri così giovani. Questo dato ha visto un aumento di ben 30 nascite rispetto all’anno precedente. A seguire la Sicilia si trovano la Campania, con 180 nascite, e la Puglia con 89 casi. Infine, in totale i bambini nati vivi in Italia da baby mamme nel 2021 sono stati 891. Si tratta di 32 in meno rispetto all’anno precedente, e otto neo-mamme su dieci sono ragazze con cittadinanza italiana.


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A proposito dell'autore

Martina Bianchi

Con una laurea magistrale in Global Politics and Euro-Mediterranean Relations e una triennale in Scienze e Lingue per la Comunicazione, coltiva l'interesse per il giornalismo scrivendo per LiveUnict. Appassionata di lingue straniere, fotografia, arte e viaggi, mira ad un futuro nelle Relazioni Internazionali nel campo dei Diritti Umani, in difesa dei più deboli.

Coordina la Redazione di LiveUniCT da Maggio 2022.

Email: m.bianchi@liveunict.com