Lo scenario in Italia mostra un vigneto spaccato a metà; la causa? La peronospora. Si tratta di una malattia funginea favorita dalle frequenti piogge che hanno colpito l’Italia, soprattutto il Centro-Sud.
La situazione
Al momento, i primi grappoli raccolti destinati al vino spumante presentano buoni livelli di acidità e avvincenti quadri aromatici. Vi è della propositività per i prossimi raccolti, l’autunno si avvicina e saranno determinanti le condizioni meteo di settembre e ottobre.
“È una vendemmia molto complessa quella che stiamo affrontando, – dichiara il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella – caratterizzata soprattutto dagli effetti dei cambiamenti climatici che sul finire della primavera e l’inizio dell’estate sono stati causa di malattie patogene come la peronospora, alluvioni, grandinate e siccità. La fotografia che emerge dalle previsioni vendemmiali ci indica un calo della produzione di uve piuttosto significativo, soprattutto laddove la vite è stata ripetutamente attaccata dalla malattia. Sul fronte della qualità, il discorso è più complesso. Dalla vendemmia 2023 otterremo sicuramente vini di buona qualità, con punte di eccellenza“.
L’andamento climatico risulta quindi cruciale al fine di portare a maturazione le varietà di uve. “Molto – conclude il presidente Cotarella– dipenderà dal lavoro, a cominciare da quello degli enologi, eseguito in vigna e in cantina. È proprio in queste annate così strane che occorre mettere in campo tutte le conoscenze tecniche e scientifiche per mitigare i danni di un clima sempre più pazzo”.
Il vino siciliano
In Sicilia si è evidenziata una diminuzione del 30% di produzione, passando dai 3.5 milioni di ettolitri del 2022 ai 2.4 milioni di quest’anno.
È netto il calo di produzione rispetto agli anni scorsi, ma resta comunque una certezza la qualità del prodotto finale.
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