Reddito di cittadinanza 2023: a partire dal mese di agosto, per gran parte dei percettori del sussidio economico, fonte di numerose polemiche, sarà previsto un primo stop che precederà l’avvio definitivo del rimpiazzo della misura, stabilito per il 2024. Ecco cosa cambierà fra sei mesi.
Reddito di cittadinanza 2023: cosa cambierà?
Le nuove norme introdotte dal governo Meloni prevedono che un terzo dei nuclei attualmente beneficiari del noto sostegno economico venga escluso dalla misura, così come i tre quarti dei percettori che sono composti da un sola persona. Le novità entreranno in vigore in estate, a partire dal mese di agosto, e secondo le prime stime calcolate da AdnKronos, saranno ben 600mila i percettori che per primi dovranno rinunciare a tale sussidio.
Ma cosa succederà fra sei mesi? A perdere l’assegno del reddito di cittadinanza 2023 potranno essere tutti coloro che:
- Rifiuteranno un’offerta di lavoro da ora all’estate (regola che potrebbe entrare in vigore anche prima di agosto);
- Si assenteranno ai corsi di formazione obbligatoria previsti per i giovani abili al lavoro.
I dati INPS
Il Ministero del Lavoro ha comunque annunciato che per definire ulteriori dettagli tecnici della nuova misura servirà ancora del tempo. Per molti osservatori, pare che il mercato del lavoro sia stato in parte ostacolato dal reddito di cittadinanza ritenuto disincentivante sulla ricerca occupazionale, anche se è inevitabile riscontrare come, soltanto lo scorso anno, quasi 2000 famiglie hanno potuto beneficiare della misura di contrasto alla povertà grazie a un importo medio pari a poco più di 500 euro mensili.
In Italia, secondo i dati INPS, a richiedere e giovare di tale aiuto economico sono state soprattutto le famiglie del Sud e delle Isole, dove è stata registrata un’incidenza maggiore di sostegni rispetto al resto della Penisola:
- 1.040.957 i nuclei beneficiari del Sud e delle Isole;
- 372.317 le famiglie del Nord;
- 271.887 i nuclei del Centro.