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Covid, al via le sanzioni per gli over 50 non vaccinati

vaccino coronavirus
Sono scaduti i termini per giustificare la mancata vaccinazione dal covid-19, iniziano le multe per gli over 50 non vaccinati.

Da giorno primo Dicembre scattano le multe per gli over 50 che non hanno fatto il vaccino contro il covid-19 , le persone non in regola con questa misura sono quasi 2 milioni. La multa per chi non è vaccinato è di 100 euro. Nel dettaglio riguarda chi tra ultracinquantenni e varie professioni non ha concluso il ciclo di vaccinazione richiesto pur avendo l’obbligo.

Negli scorsi mesi chi non era in regola ha ricevuto una comunicazione di apertura, verso il procedimento sanzionario ma con 180 giorni di tempo per giustificarsi, ma il tempo adesso è scaduto. Infatti il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana tratta anche la tematica della sicurezza dei vaccini, nel frattempo il Tar della Lombardia  ha chiamato in causa vari principi costituzionali come diritti inviolabili dell’uomo, il diritto al lavoro e alla retribuzione, la tutela della salute, il principio dell’uguaglianza, il tribunale di Padova sottolinea la violazione della Cartadei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Il Governo Meloni aveva parlato di uno stop alle multe fino al 30 giugno 2023, ma con l’esecutivo questa strada è stata abbandonata, la Lega ha presentato un nuovo emendamento con il quale si congelano le sanzioni fino al 30 giugno, ma è troppo tardi i passaggi parlamentari richiedono molto tempo, quest’ultimo si è ormai esaurito .

Se si considerano le regioni con più no-vax e gli ultracinquantenni non vaccinati le regioni sono:Friuli, Calabria e Abruzzo. Inoltre, sono tante però le ordinanze, ovvero 11, che hanno evidenziato dubbi sulla costituzionalità ovvero tribunali di  Catania, Brescia e Padova il Tar della Lombardia e il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana. La presidenza del Consiglio dei ministri ha definito le questioni: Non avrei mai voluto sentire in quest’aula parole come ‘coercizioni’ e ‘ricatti’ dirette a un legislatore: mi rammarico profondamente e le respingo” – ha detto nel corso dell’udienza l’avvocato dello Stato Enrico De Giovanni, che rappresenta le ragioni di Palazzo Chigi.

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