Catania

Catania, aggredite poliziotte davanti all’ingresso della Questura: un arresto

poliziotta
Foto d'archivio.
Grave aggressione ai danni di due poliziotte a Catania: arrestato il responsabile.

Ancora un’aggressione ai danni del personale in divisa, e questa volta proprio a Catania: vittime due donne della Polizia di Stato, in servizio presso la Questura di Catania.

A segnalare l’episodio, risalente alle scorse ore,  è stato il Siulp, ovvero il sindacato italiano unitario lavoratori polizia. Per il responsabile è già scattato l’arresto.

Ieri, quasi all’ora di pranzo, un cittadino 28enne originario del Bangladesh si sarebbe presentato presso la Questura: in prima battuta l’uomo avrebbe dialogato serenamente con gli agenti ma, ad un certo punto, avrebbe aggredito due poliziotte di fronte l’ingresso della Questura di via Manzoni. Una, in particolare, sarebbe stata colpita con dei pugni in faccia e alle spalle: necessario per lei, dunque, il trasporto al pronto soccorso. Riscontrate diverse lesioni, giudicate guaribili in 10 giorni.

Secondo quanto da lui dichiarato, il 28enne avrebbe aggredito perché deciso a parlare con un uomo e non con una donna.

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“A fronte di ciò – si legge nella nota della Siulp – dicendo basta alle aggressioni ai lavoratori del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, della scuola, della sanità e dei lavoratori incaricati dei servizi pubblici essenziali e di pubblica utilità, il Siulp, il sindacato della polizia di stato più rappresentativo sul piano nazionale del comparto sicurezza, si ripropone per un progetto di legge di iniziativa popolare per chiedere l’istituzione di un ‘reato penale specifico per coloro che aggrediscono i lavoratori in divisa del comparto sicurezza difesa e soccorso pubblico, con pena certa e immediata’.

In Italia – continua la nota – ogni 3 ore un operatore che rappresenta lo Stato sul territorio e nelle strutture di pubblica utilità, subisce un’aggressione. Difendiamo la sicurezza del cittadino difendendo e tutelando la sicurezza degli operatori delle forze dell’ordine, degli insegnanti, dei medici, degli incaricati di pubblico servizio e di pubblica utilità”.