Imprese, lavoratori, famiglie e sindacati dicono “no” al caro bollette, di cui in queste ultime settimane non si fa che parlare. E sarebbero pronte a lanciare un segnale forte.
Fissata per il prossimo 7 novembre (lunedรฌ), a tal proposito, una grande mobilitazione promossa dalle associazioni datoriali e sindacali di categoria. Si mira a scendere in piazza con l’obiettivo di far sentire “la voce della Sicilia che lavora, che produce, che soffre gli effetti della crisi energetica”.
La data della manifestazione รจ stata decisa nel corso di una videoconferenza a cui hanno partecipato i vertici di Confcommercio Sicilia, Cna Sicilia, Confartigianato Sicilia, Confindustria Sicilia, Cidec, Confesercenti Sicilia, Claai Sicilia, Uiltucs Sicilia, Cgil Sicilia, Casartigiani Sicilia e Confagricoltura Sicilia.
La manifestazione, secondo quanto esplicitato in una nota, “intende lasciare il segno al fine di lanciare un chiaro segnale ai Governi regionale e nazionale: cosรฌ non si puรฒ piรน andare avanti, servono provvedimenti immediati“.
Le settimane che separano i siciliani dal giorno della manifestazione serviranno a mettere a punto l’organizzazione, a coinvolgere quanti piรน associati e iscritti, a delineare la piattaforma rivendicativa ed a studiare una strategia di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni. Giร la prossima settimana dovrebbe tenersi una riunione organizzativa.
Il secondo step sarร una riunione organizzativa in programma giร per la prossima settimana.
Si spera che nel frattempo diventino operativi tanto il nuovo esecutivo a Palermo quanto quello a Roma: soltanto in questo modo si potrร procedere con la presentazione delle istanze circa la questione rincari.
La nota sottolinea che le famiglie “hanno difficoltร ad arrivare a fine mese” e che “molte imprese hanno deciso di chiudere temporaneamente (qualcuna anche in via definitiva) in attesa di tempi migliori”.
“Ma รจ chiaro โ si continua โ che a farne le spese sarร il tessuto produttivo siciliano in un periodo, tra l’altro, caratterizzato da tensioni inflazionistiche che hanno spinto gli operatori economici a riorganizzarsi, anche sul piano dei prezzi, con ricadute di un certo tipo sui consumatori e sulle stesse famiglie”.