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Le elezioni amministrative del 25 settembre sono ormai alle porte. Tra circa 10 giorni i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza e a presentarsi alle urne muniti di tessere elettorale e documento di riconoscimento.
Purtroppo i cittadini italiani che non potranno votare e dunque saranno costretti all’astensionismo sono in molti. Infatti, bisogna ricordare che chi vive fuori dal proprio comune di residenza non potrà votare. Studenti e lavoratori fuorisede non sono d’accordo a tutto ciò poiché al contrario gli italiani che vivono all’estero potranno invece votare. Ma perché nel 2022 non è ancora possibile che un fuorisede non può votare nella città in cui vive? È una domanda alla quale non c’è una risposta definita e a tal proposito la redazione di LiveUnict ha deciso di dare voce a studenti e lavoratori fuorisede in Italia e all’estero
Italiani all’Estero potranno votare
Il voto per corrispondenza degli italiani che si trovano all’estero è previsto anche per le elezioni del 25 settembre 2022. Lo prevede l’articolo 48 della Costituzione, secondo cui “la legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività”. Sono circa 5 milioni e mezzo gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe italiani residenti all’estero) che avranno la possibilità di votare attraverso una procedura speciale senza dover raggiungere il proprio seggio in Italia. Una possibilità prevista anche per alcune categorie di cittadini che si trovano temporaneamente all’estero.
“Io ho già ricevuto la tessera elettorale giovedì 8 settembre – dichiara ai microfoni di LiveUnict Domenico, un giovane italiano che si trova attualmente in Belgio – pur non essendo ancora iscritto all’AIRE, e l’ho già inviata per posta al Consolato di Bruxelles, che provvederà poi a inviare le schede raccolte in Italia”.
Come si vota all’estero
Possono votare tutti i cittadini italiani che si trovano all’estero e rimarranno fuori dall’Italia per più di tre mesi. Il voto all’estero avviene per corrispondenza. Una procedura attraverso cui l’elettore esprime la propria preferenza attraverso la scheda elettorale ricevuta tramite posta. Entro una determinata data il cittadino deve poi rispedire il plico al Consolato di riferimento.
Fuorisede in Italia “privati” di esprimere il loro voto
Gli italiani fuorisede, al contrario di chi risiede all’estero, sono impossibiliati ad esprimere la loro preferenza per quanto riguarda le lezioni di ogni tipo. Infatti, se si risiede in una regione diverse si è costretti all’astensionismo poiché non si può votare per corrispondenza così come avviene per chi risiede fuori Italia.
“È un’ingiustizia – dichiara Domenico -, oltre che un grave vuoto legislativo. I fuorisede devono poter votare dalle città in cui vivono, senza dover tornare al proprio luogo di residenza. La maggior parte dei fuorisede in Italia vive al Nord ma è originaria del Sud. Perdere quei voti significa impedire di esprimere un diritto fondamentale a milioni di persone che hanno scelto di lasciare la loro zona di conforto per cercare maggiori opportunità di formazione e lavorative. È una sconfitta per il Sud e per tutta l’Italia. Credo che dovremmo farci una domanda: perché i partiti, da destra a sinistra, non vogliono ascoltare quello che i fuorisede avrebbero da dire in cabina elettorale?”
Il pensiero di chi è costretto ad astenersi per motivi logistici è più che valido. Infatti, in Italia molti studenti e lavoratori risiedono in regioni diverse e sono costretti a non poter esprimere la loro preferenza. Dover tornare nel proprio comune di residenza per poter votare è una sconfitta del sistema e ciò comporta non pochi problemi logistici e pratici.
“Io sarà costretta ad astenermi – dichiara Greta, giovane lavoratrice siciliana che si trova a Milano -. Non potrò votare poiché in Italia non è possibile votare per corrispondenza e tornare in Sicilia per le elezioni è per me impossibile lavorativamente parlando. Infatti, qualora decidessi di tornare in Sicilia per votare dovrei chiedere dei giorni di ferie a lavoro e ciò non sarebbe possibile adesso. Mi auguro, che il sistema cambi al più presto e permetta ai fuorisede di esprimere la propria preferenza anche per corrispondenza poiché è davvero assurda tale situazione”.