Università di Catania

Sicilia, come l’insularità condiziona l’economia? Lo rivela uno studio UNICT

Secondo uno studio di un team di ricercatori dell'Università di Catania, l'economia della Sicilia sarebbe influenzata dal cosiddetto "effetto isola".

Secondo una ricerca dell’Università di Catania, il fattore dell’insularità  sarebbe determinante nella situazione economica dell’isola. Lo studio, attuato dal Dipartimento di Economia e Impresa UNICT vuole rispondere a varie domande, tra le quali sono presenti le seguenti: quanto incide sul Pil regionale l’insularità della Sicilia? E quanto tale condizione influenza i principali indicatori di competitività? E ancora, sono le infrastrutture a incidere sul divario degli indicatori di performance delle esportazioni e sul Pil regionale, oppure esistono altri elementi che possono spiegare questo effetto? E cosa accade nella logica della piena discontinuità territoriale?

Lo studio è stato svolto da un team di ricercatori catanesi, che ha presentato nei giorni scorsi i primi risultati di un progetto di ricerca finanziato dall’Università di Catania nel corso dei lavori della SIEDS (Società Italiana di Economia Demografia e Statistica), che si sono tenuti alla Lumsa di Palermo, grazie a due studi intitolati “An empirical take on the economic effects of insularity: the Italian regional” e “Insularity and international trade: The case of Sicily”.

“I primi risultati – spiega il prof. Benedetto Torrisi, associato di Statistica economica al dipartimento di Economia e Impresa dell’Ateneo catanese – ci dicono che l’’effetto isola’ incide negativamente sul Pil soprattutto per la mancanza di un adeguato sistema portuale per il commercio internazionale che limita l’impatto espansivo delle esportazioni. Dal modello generale, cioè quello che prende in considerazione i rapporti commerciali delle regioni italiane con i 40 principali Paesi esteri, tutte gli indicatori infrastrutturali (strade, ferrovie e porti) hanno un effetto significativo sulle esportazioni, confermando il loro ruolo funzionale e focale. Focalizzando l’attenzione sul modello stimato per la Sicilia, la misura degli effetti degli indicatori infrastrutturali si ribalta facendo emergere l’importanza dell’effetto dei porti e in misura statisticamente meno significativa quello delle infrastrutture stradali e ferroviarie”.

La ricerca – elaborata secondo un criterio scientifico multidisciplinare da esperti di economia applicata (i docenti Marina Cavalieri, Marcella Rizzo, Lucio Siviero e Gianpiero Torrisi) e dai giovani ricercatori Daniela Di Pasquale, Giuseppe Pernagallo e Salvatore Scuderi – fa emergere inoltre l’impatto esercitato dall’indice di competitività regionale ed in particolare dall’impatto degli indicatori di efficienza, che risultano statisticamente significativi sul Pil.

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“Abbiamo cercato di rispondere ai quesiti posti anche dai nostri policy maker applicando sia modelli gravitazionali sia modelli spaziali che potessero spiegare da un lato l’effetto delle infrastrutture sulle esportazioni, dall’altro l’effetto che queste ultime potessero avere sul Pil. Il tema seppur ampio aggiunge al dibattito complessivo un altro elemento di ponderazione delle policy: oltre all’importanza fondamentale delle infrastrutture in una logica di continuità territoriale, occorre lavorare anche sugli indici di competitività regionale – osserva il prof. Torrisi –. Il progetto è in continua evoluzione – conclude lo studioso etneo – e le future linee di ricerca ci permetteranno di giungere a una quantificazione monetaria più puntuale dell’impatto di tali fattori sul Pil, per definire con maggiore accuratezza il costo complessivo dell’insularità per l’economia siciliana, sia a livello macro che micro”.