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Scuola, Bianchi: “Anche quest’anno aperta in estate con Patto educativo”

ministro bianchi
In un'intervista il ministro dell'Istruzione Bianchi ha parlato del rinnovo del Piano estate e del problema della dispersione scolastica, annunciando anche un nuovo impegno.

Nel corso di una recente intervista a La Repubblica, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha trattato del problema della dispersione scolastica, che ha definito “il grande buco nero che dilaga dopo il Covid” e dunque il primo nemico da combattere, con ogni mezzo.

Il ministro si è soffermato anche sull’argomento “DaD“, su cui si discute abbondantemente dall’inizio della pandemia e che continua ad essere oggetto di dibattuto ancora oggi, anche dopo la fine dello stato di emergenza.

“Il Governo ha assunto fin da subito una netta posizione a favore di una ripresa delle lezioni in presenza – ha dichiarato Patrizio Bianchi – ritenendo che i danni psicologici ed educativi di una prolungata chiusura cautelativa delle scuole si sarebbero poi ripercossi nel tempo. Specie sulle aree più disagiate.

E questa posizione è stata tenuta coerentemente anche nello scorso gennaio, impugnando la nota delibera regionale. Fin dalla scorsa estate avevamo del resto lanciato un programma nazionale di Scuola d’estate, con l’obiettivo di rafforzare la presenza e la socialità per i ragazzi“.

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Il Ministro ha dunque sottolineato l’importanza del Piano estate.

Ripeteremo anche quest’anno l’esperienza della Scuola d’estate – ha continuato che entrerà a pieno titolo nelle attività del nostro Patto educativo. Egualmente stiamo lavorando per garantire un nuovo anno scolastico in presenza, tale da avviare un lavoro di recupero critico di questi ultimi difficili mesi”.

Infine Bianchi ha accompagnato l’annuncio del rinnovo del Piano estate con la notizia che questo verrà messo a disposizione non solo per gli studenti italiani, ma anche e soprattutto per quelli ucraini, accolti in queste ultime settimane.

“Abbiamo un impegno in più – ha concluso – che è l’inserimento dei ragazzi e dei bambini ucraini, con il problema della lingua”.