In Sicilia 4 siti si sono "candidati" come deposito delle scorie nucleari. Ecco quali sono i comuni nella lista.
Lo scorso 15 marzo, la Sogin, società che si occupa della dimissione degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha consegnato al Ministero per la transizione ecologica, la carta nazionale dei siti idonei ad ospitare il deposito di scorie nucleari. Tuttavia, si tratta di circa 95 mila metri cubi di rifiuti radioattivi.
La Cnai è il frutto di un lungo e a tratti tormentato lavoro di scrematura fatto da Sogin a seguito della consultazione pubblica svoltasi tra settembre e dicembre 2021 (il seminario nazionale) che ha visto enti locali e associazioni dei territori interessati dalla Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente Idonee, pubblicata il 5 gennaio 2021) intervenire in 9 incontri per ben 67 siti distribuiti in 7 regioni (Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) e a cui anche Legambiente ha partecipato.
I quattro siti “candidati” in Sicilia sono: Butera, Trapani, Calatafimi-Segesta e Petralia Sottana/Castellana Sicula. “Non sappiamo – spiega Legambiente Sicilia – se e quanti di essi saranno ancora presenti nella Cnai che al momento è secretata, in attesa del via libera dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare (Isin), dopo il quale il ministero delle Infrastrutture e il Mite potranno approvarla e pubblicarla: solo allora conosceremo la rosa dei siti idonei ( forse una ventina) entro la quale verrà indicato un unico sito nazionale”.
“Oggi, la consegna ufficiale della Cnai ha rinvigorito il clamore mediatico e con esso le paure da sindrome di Nimby, diversi gli articoli di stampa e quasi tutti tesi a paventare la quasi certa scelta dei siti siciliani citandone in alcuni casi ben 5, facendo confusione tra la carta già nota della Cnapi e la nuova Cnai, che al momento non è ancora pubblicata – osserva Legambiente, che intende ribadire che è ben altra la situazione –. Il Deposito unico nazionale è un obbligo che tutte le nazioni aderenti alla Ue devono soddisfare, pena pesanti procedure di infrazione; i rifiuti oggi sono in gran parte stoccati in siti provvisori; la Cnai, depositata al Mite in questi giorni, individua solo alcuni dei 67 siti potenzialmente idonei contenuti nella Cnapi”.
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