Il Consiglio dei Ministri, in vista delle prossime stagioni balneari italiane, ha stabilito che, a partire da giorno 1 gennaio 2024, inizieranno i bandi di gara per le concessioni balneari.
Il Cdm, inoltre, ha pensato anche ad un disegno di legge che prevede una delega al governo per l’adozione, entro sei mesi, di uno o più decreti legislativi per “riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative, nonchè la disciplina in materia di concessioni per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, ivi inclusi i punti d’ormeggio“.
Come spiega Palazzo Chigi, lo scopo della delega è quello di assicurare un utilizzo più sostenibile del demanio marittimo, favorirne la pubblica fruizione e soprattutto promuovere una maggiore concorrenza sulle concessioni balneari.
A partire dal 2024, inoltre, non ci saranno più proroghe illimitate: le spiagge, infatti, saranno aggiudicate tramite un bando pubblico ed una relativa gara. Grazie a queste nuove regole si potrà puntare a servizi migliori con costi ridotti, salvaguardando anche i piccoli concessionari.
Il senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario Mipaaf e capo dipartimento Turismo e Agricoltura della Lega, alla fine del Cdm ha dichiarato che il testo approvato “è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all’accoglimento di alcune nostre proposte”.
“Ora siamo già al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in Parlamento- ha detto-. L’auspicio è farlo insieme al resto del centrodestra: è prioritario tutelare lavoro, investimenti e sacrifici di imprenditori e lavoratori balneari”.
Tuttavia, c’è chi non è d’accordo: “Con questo atteggiamento non è l’Europa che ci dice di fare qualcosa– commenta Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia, aderente a Federturismo Confindustria- ma e’ il governo italiano che ci sta mandando in pasto all’Europa e sta aprendo le porte agli investitori stranieri”.
“Il governo ha fatto delle proposte emendative senza averle condivise e ragionate con noi associazioni di categoria– ha inoltre aggiunto-, un modo di fare del tutto singolare tenuto nella segretezza e questo è già significativo di come vengano trattate le questioni in questo esecutivo. Siamo stati chiamati a partecipare a tre riunioni che sono state dei monologhi in cui abbiamo spiegato perché non si deve applicare la normativa in Italia ma risposte non ce ne sono state date”.