Università in pillole

Università, lieve calo di nuove iscrizioni: ecco le motivazioni

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In una recente indagine, è stato messo in evidenza un lieve calo di iscrizioni all'Università, pari al 3%. Ecco alcune risposte in merito.

In un’indagine condotta da Docsity, il portale italiano dedicato agli studenti, le nuove iscrizioni all’Università sono in lieve calo e si cercano di individuare le cause. A tal proposito è stato sottoposto un sondaggio a 500 future matricole cercando di capire quali siano le motivazioni di questo cambio di rotta.

Il calo è allarmante: si parla di circa meno 10 mila nuovi iscritti al primo anno dei corsi di studio accademici. Sono infatti 306.763 le nuove matricole, rispetto ai 317.282 di gennaio 2021, il 3% in meno.

Tra le motivazioni di questo calo si riscontrano i seguenti risultati:

  • Il 68% degli intervistati afferma di aver scelto il percorso di studi cercando informazioni online, mentre il 17% degli studenti si è informato nel corso di eventi promossi dalle Università. Una percentuale minore dichiara di essersi documentata tramite social (6,8%), passaparola (5%) o fiere in presenza (3,4%).
  • Tra le richieste rientrano le discipline medico-scientifico che condizionano in parte la scelta degli studenti (52,6% di risposte affermative) e solo la metà di questi (51,5%) sceglie questo tipo di carriera per assicurarsi un vantaggio occupazionale. Per il 44, 5% degli intervistati la scelta di un percorso medico-scientifico è dettata dalla maggiore utilità sociale della professione. Il 4% dichiara di essere stato indirizzato da una maggiore attenzione mediatica.
  • Tra le ragioni rientra la vicinanza geografica dell’Università rispetto al tuo luogo di provenienza (49.5%). Il 21,8% ritiene questo aspetto poco importante, per il 28,7% è indifferente.
  • Le opportunità di lavoro post laurea, aspetto tenuto in considerazione dal 50% del campione, che risulta più importante dell’offerta didattica (42,4%).
  • Solo il 7,6% dichiara di aver scelto l’Università in base al livello di internazionalizzazione dell’offerta didattica, nonostante oltre l’83% degli intervistati sarebbe interessato a studiare all’estero (il 42,4% solo per scambi o brevi periodi). Il 16,3% non è interessato a studiare all’estero.