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Bonus matrimonio 2022: a chi spetta e come richiederlo

Il Governo ha approvato una nuova manovra per venire in soccorso di uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia. Cos'è, come può essere richiesto e la differenza con il "bonus sposi".

Bonus Matrimonio – Confermata tra le misure per il 2022l’incentivo per le nuove coppie. Se la notizia che più fa parlare in questi giorni è senza dubbio il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) in arrivo, vi sono altre manovre in via di approvazione di giorno in giorno. L’ultimo Cdm, infatti, approverà misure e ristori per 1,6 miliardi.

Uno dei prossimi incentivi riguarda il mondo dei matrimoni, duramente colpito dall’avvento del Covid nella vita di ogni giorno e ripresosi, sebbene solo in parte, a partire dall’estate 2021. Il Governo, infatti, ha approvato il bonus matrimonio 2022, una misura annunciata la prima volta a livello regionale e nazionale nel 2020. Ma chi potrà richiederlo, in cosa consta e quali condizioni servono per fare domanda?

Bonus matrimonio: beneficiari e domande

Parlando di un bonus matrimoni, si rischia di cadere in errore. Precedentemente, infatti, si era parlato di un “bonus sposi”: un aiuto destinato alle coppie in procinto di sposarsi, per sostenerle economicamente in spese quali planning, catering, servizio fotografico, ristorante, addobbi, fino all’affitto del locale per la festa. Gli sposi, tuttavia, non riceveranno nulla: il bonus si rivolge infatti alle attività.

A chi andrà, allora? I destinatari saranno direttamente i settori colpiti. I contributi stanziati saranno così suddivisi: 40 milioni per il settore wedding, 10 per intrattenimento e planning, 10 per il settore Ho.Re.Ca (Hotellerie – Restaurant – Catering). Tutti questi settori, dall’avvento del Covid fino all’estate del 2021, hanno infatti subito perdite economiche pari al 90% del fatturato precedente.

La condizione per richiedere il bonus, in realtà, è una sola: rispetto al fatturato del 2019, bisogna che le imprese di cui sopra dimostrino di aver perso non meno del 30% del ricavato nel 2020, a seguito dello scoppio della pandemia. Se i requisiti corrispondono, basterà semplicemente fare domanda presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate: se la richiesta verrà approvata, i contributi saranno direttamente versati nei conti correnti forniti dalle stesse imprese in fase di domanda, dando così un aiuto concreto nella ripresa di uno dei settori più colpiti dalla pandemia.


Bonus prima casa under 36, resta nel 2022: cosa serve sapere

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