Per la maturità 2022 torna lo scritto di italiano. Sarebbe questa la prima novità contenuta nella bozza del ministro Bianchi, secondo quanto anticipa ilSole24ore. Negli ultimi due anni, a causa della situazione sanitaria, le prove scritte sono state sospese in favore di esami orali più lunghi. I 500mila maturandi del 2022, tuttavia, potrebbero sperimentare un ritorno alle prove scritte.
Maturità 2022: cosa cambia
Secondo quanto anticipato dal quotidiano, l’esame di maturità 2022 si articolerà in tre momenti:
- una prova scritta di italiano, di carattere nazionale, comune a tutti i percorsi di studio;
- una “tesi di diploma“, con argomento assegnato ai maturandi entro aprile e consegnata dagli studenti entro fine maggio;
- un colloquio orale in più fasi.
La tesi di diploma riguarderebbe le discipline di indirizzo e sarebbe a carattere multidisciplinare. Il colloquio, invece, in una prima fase si partirà dalla discussione della tesi di diploma, quindi si passerà agli argomenti scelti dai docenti. Le commissioni, come negli anni passati, dovrebbero restare con docenti interni e presidente esterno.
Esame maturità 2022: un risultato di compromesso
Secondo il quotidiano, la maturità 2022 rappresenterebbe un compromesso tra la situazione sanitaria, ancora in evoluzione e con numerose classi che, anche in maniera parziale, hanno sperimentato il ritorno alla Dad, e le richieste da parte di studiosi e politica. Da più parti, infatti, nei giorni scorsi è emersa preoccupazione per l’assenza anche quest’anno di uno scritto di italiano.
La bozza dell’esame di maturità 2022 allo studio dal Ministero dovrebbe mediare tra le diverse esigenze.
Le dichiarazioni di Bianchi
Intervistato a Unomattina nei giorni scorsi, il ministro Bianchi si è espresso sul possibile allungamento delle vacanze e sulle scelte da prendere in vista della maturità 2022. “Abbiamo la responsabilità di far fare ai ragazzi un esame serio ma tenendo conto dell’andamento – ha affermato il Ministro -. Entro gennaio comunicheremo come sempre le modalità dell’esame di Stato. Faremo un esame serio e ponderato che permetterà a tutti di esprimere al meglio le loro competenze; i ragazzi studino, i docenti stanno facendo il loro lavoro”.
Il ministro ha più volte ribadito la necessità di garantire un esame serio e adesso la decisione sembrerebbe presa.