L’immunologo clinico, Francesco Le Foche, ha commentato l’andamento dell’epidemia Covid in Italia, sottolineando i rischi per iperfragili e non vaccinati se il numero di casi continuerà a salire. La variante Omicron circolante in Italia del Sars-CoV-2 “potrebbe essere forse oltre il 30% visti i contagi che stiamo vedendo in questi giorni da tamponi anche di vaccinati con due dosi, di chi si fa il test per gli eventi delle feste, o chi ha sintomi para-influenzali o chi ha avuto contatti con Covid positivi”.
“È vero che vediamo condizioni non allarmanti rispetto ai casi ma – tiene a sottolineare l’immunologo – con grandi numeri come questi qualche problema nelle prossime tre settimane li potremo avere, soprattutto nella popolazione degli iperfragili e nei non vaccinati, con un aumento della pressione sugli ospedali”.
“Da qui alla primavera del 2022 – dice Le Foche – è necessario prendere tempo per gestire l’immunità. Il vaccino ha ridotto di più del 50% la malattia grave e medio grave. Ecco perché dobbiamo insistere con la vaccinazione raggiungere tutta la popolazione, fare le terze dosi per riportare in alto i livelli di immunizzazione che dopo 4 mesi abbiamo visto tendere a scendere. Ed è giustissimo anticipare la dose booster a 4 mesi. Mentre scendere ancora a tre mesi sarebbe problematico a livello logistico”.
“Fondamentale” anche, sottolinea l’esperto, la dose booster per gli adolescenti. “Il nostro obiettivo principale è quello di ridurre il numero di contagi e ridurre la possibilità di sviluppare la malattia”. “Da qui a marzo – prosegue Le Foche – sono tre mesi decisivi per l’opportunità di gestire e declassare questo virus”.
Quindi va rispettata in modo attento e preciso una tabella di marcia in 5 punti fondamentali: vaccinazione più vasta possibile, dalle prime dosi per i non ancora vaccinati, ai bambini, all’input sulle terze dosi; attenzione massima alle misure di sicurezza, dalle mascherine Ffp2 per i luoghi chiusi al distanziamento ai comportamenti utili per evitare gli assembramenti; insistere sull’adozione delle cure, con gli antivirali di ultima generazione e incentivare l’uso dei monoclonali entro i primi 5 giorni dall’infezione; areazione dei luoghi chiusi per abbattere la circolazione del virus.