Bonus Tv al via da oggi la richiesta per ottenerlo. Di seguito i requisiti per poterne usufruire e le modalità per ricevere lo sconto del 20% rottamando un vecchio dispositivo.
In partenza da oggi il bonus tv con rottamazione per permettere l’acquisto di nuovi televisori compatibili con il nuovo digitale terrestre. Tale bonus non avrà limiti di Isee e sarà al massimo di 100 euro. Di seguito le info nel dettaglio.
Il bonus tv è uno sconto del 20% sull’acquisto di un nuovo televisore, fino a un massimo di 100 euro. Possono richiederlo tutti gli utenti residenti in Italia intestatari del canone Rai e quelli con più di 75 anni di età compiuti nel 2020 (che quindi sono esenti). Non ci sono limiti di Isee, al contrario del vecchio bonus da 50 euro sui decoder (che resta ancora valido ed è cumulabile fino a 130 euro, ma ha un tetto reddituale di 20mila euro).
Il televisore nuovo, uno per utente, si può comprare in un negozio fisico o anche on line. Contestualmente all’acquisto, bisogna fornire prova della rottamazione di un apparecchio non conforme al nuovo standard, comprato prima del 22 dicembre 2018. Il vecchio tv si può portare dal rivenditore o in un centro comunale di raccolta Raee (rifiuti elettronici), consegnando poi, al momento dell’acquisto, un modulo per l’autocertificazione che si scarica sul sito del Mise.
Il bonus per la rottamazione tv si potrà ricevere fino al termine del 2022, almeno in linea teorica. Già, perché la posta che il governo ha messo su questo sconto, almeno finora, ammonta a soli 100 milioni di euro. Che aumentano a 230 milioni, sommando il plafond inutilizzato del ‘vecchio’ bonus decoder (che resta cumulabile a quello nuovo fino a 130 euro). Troppo pochi, se si considera che recenti ricerche stimano in oltre 10 milioni le famiglie che non hanno televisori pronti e che, dunque, dal giugno 2022, rischiano di diventare inservibili.
Se la platea resta questa, solo una famiglia su cinque, contando anche il bonus decoder, potrebbe ricevere lo sconto. Il tutto, ovviamente, al netto di possibili rifinanziamenti dei fondi da parte dell’esecutivo, che ci sta già pensando.
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