Il panorama internazionale musicale piange il Maestro Franco Battiato: l'artista catanese è scomparso all'età di 76 anni. Quale miglior modo per ricordarlo, se non tramite alcuni dei suoi più grandi successi?
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La musica italiana ha perso, oggi, una delle sue più grandi luci: si è spento nelle scorse ore, dopo poco meno di due mesi dal suo 76esimo compleanno, il Maestro Franco Battiato. Il cantautore, orgoglio della provincia di Catania, di cui era originario, ha avuto modo di distinguersi tanto nel panorama nazionale quanto in quello internazionale, ottenendo citazioni persino all’interno del mondo Netflix. Come ricordare al meglio il Maestro catanese, se non citando e godendo ancora una volta dei suoi migliori successi?
Proveniente dall’album omonimo, pubblicato nel settembre del 1979, questo brano è diventato uno dei “pezzi forti” durante i concerti del Maestro, particolarmente richiesto dal pubblico: impossibile, infatti, non riconoscere in qualsiasi momento il motivetto legato al ritornello, che recita “spero che ritorni presto l’Era del Cinghiale Bianco”.
Per chi si avvicina per la prima volta alla musica del Maestro, ma anche per chi è fan da lungo tempo, l’album La voce del padrone, pubblicato nel settembre del 1981, è sicuramente un must. Questi “soli” 7 brani, infatti, sono alcuni tra i più famosi della produzione di Franco Battiato: spesso passati in radio, particolarmente richiesti ai concerti. Ma di quali pezzi musicali si compone l’album?
Il primo brano del lato A dell’album è intitolato Summer on a solitary beach: se il titolo non dona all’ascoltatore un ricordo immediato, il ritornello porterà senza dubbio alla mente il motivo della canzone, indimenticabile come poche. Alla canzone segue Bandiera Bianca, della quale si ricorderà, anche in questo caso, il ritornello: “sul ponte sventola bandiera bianca”. Conclude il lato A dell’album la delicata Gli Uccelli, la cui introduzione strumentale resta una delle più emozionanti alle orecchie degli ascoltatori.
C’è chi conosce questa frase, e chi mente. Il lato B de La voce del Padrone contiene ancor più successi del lato A, tra cui spicca certamente Centro di gravità permanente. La fortunatissima canzone, tra le più amate e cantate dell’autore, ha superato i confini italiani: si pensi solo alla serie Netflix La casa di Carta, successo mondiale, che ne ha riprodotto una cover durante la scena della celebrazione del matrimonio di Berlino, affiancandola all’eterna Ti Amo di Umberto Tozzi.
Ma nel lato B sono presenti altre tre importantissime canzoni: ad esempio, Cuccurucucù, la cui celebre frase che precede il ritornello recita “da quando sei andata via non esisto più: il mondo è grigio il mondo è blu”. Segue Segnali di vita, infine chiude l’album Sentimiento nuevo: chi non ne ha mai cantato il ritornello, “ed è bellissimo perdersi in quest’incantesimo”?
Chi non ricorda l’inizio di questo celebre brano di Franco Battiato? Facente parte dell’album Orizzonti Perduti, uscito nel dicembre del 1983, chiunque ricorderà le dolci parole espresse dal Maestro nel testo: “all’improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà: ne abbiamo avute di occasioni, perdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai!”.
La produzione di Franco Battiato è stata particolarmente lunga, piena di brani celebri. Tra di questi si può ricordare certamente Povera Patria, proveniente da Come un cammello in una grondaia, del 1991. Questa canzone, di cui si ricordi, verso la fine del brano, la speranzosa frase “non cambierà, non cambierà: sì che cambierà, vedrai che cambierà”, è stata sentita recentissimamente: i cantautori Colapesce e Dimartino hanno omaggiato il Maestro proponendone una cover al Festival di Sanremo 2021, arrivando in 14esima posizione.
Certamente, poi, non si può scordare La Cura: proveniente da L’imboscata, album del 1996, questo pezzo è, giustamente, tra i più famosi, apprezzati e quotati brani musicali di Franco Battiato. Struggentemente romantica, promette un amore profondo e infinito, addirittura da superare “le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare”: questo perché viene affermato al proprio amore che “io sì, che avrò cura di te”, accantonando ogni genere d’amore ricevuto prima d’allora.
Ma i brani celebri di Battiato non si fermano di certo qui: si pensi solo, nel 1999, alla dolce Te lo leggo negli occhi, o alla Canzone dell’amore perduto, struggente brano dal testo di Fabrizio De André e dalla musica di Georg Philipp Telemann, particolarmente richiesta nei concerti del cantautore dagli anni 2000 in poi.
La musica di Franco Battiato, dunque, agli occhi dei fan così come nel panorama nazionale e internazionale, l’ha reso senz’altro degno del proprio titolo di Maestro: un lascito importante, che ora toccherà alla Storia custodire. Il mondo della musica rende omaggio ad un grande artista: continuerà a vivere attraverso i brani che ha lasciato in eredità a tutti gli ascoltatori.
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