Alcuni angoli di Catania, da mesi, si trasformano in gallerie d’arte senza tetti né mura: qui è possibile trovare opere sospese nel vuoto perché realizzate su sopporti trasparenti. Dietro questo nuovo genere d’arte si cela un giovane di nome Mikhail Albano: LiveUnict lo ha intervistato.
Anche nei giorni più difficili, un dettaglio può rappresentare una svolta. Non potranno che condividere tale idea coloro che, al termine di un turno di lavoro stressante o dopo aver ricevuto una notizia spiacevole, hanno inevitabilmente sorriso di fronte ad una delle installazioni artistiche di Mikhail Albano, magari scorta per caso.
Grazie a questo giovane ricco di talento, da mesi il capoluogo etneo accoglie numerosi “ospiti” dipinti su supporti di pellicola trasparenti: una versione de Il Bacio di Klimt, un animale in movimento o il volto di Sant’Agata sono soltanto alcuni di questi. Vale la pena scoprire quale storia si celi dietro questo genere di arte, la “FilmArt”.
Oggi applaudiamo la creatività di Mikhail Albano ma quando nasce il suo amore per l’arte? È la prima domanda a cui il giovane laureato all’Accademia di Belle Arti di Catania (classe ’91) ha risposto.
“La città dalla quale provengo per la maggior parte dell’anno era ricoperta di neve ed io ci disegnavo spesso qualcosa sopra con le dita – racconta Mikhail – , probabilmente non avevo ancora la consapevolezza di cosa fosse un’opera d’arte ma di sicuro attraverso le immagini ho sempre cercato di esprimere ciò che ho dentro, allora come oggi.
Credo che il miglior modo per far bene sia amare ciò che si fa e secondo questo principio io ho scelto di vivere d’arte”.
Non tutti immaginerebbero che alcune opere con Catania e Sicilia come fonti d’ispirazione e protagoniste siano frutto di un uomo non nato all’interno di quest’Isola.
La storia di questo artista, di origini russe, prende avvio altrove ma, dopo poco tempo, cambia scenario: Mikhail, di fatto, è cresciuto a Leonforte ed attualmente la sua vita si svolge all’interno del capoluogo etneo. Gli anni e le esperienze, di conseguenza, non hanno potuto che consolidare il legame con la Sicilia, a cui è grato e da cui sa spesso ricavare spunti per nuovi lavori.
“Sono arrivato in Sicilia che ero un bambino ma paradossalmente, è qui che ho potuto cominciare ad esserlo veramente – continua il giovane – . Questa Terra è un luogo ricco di storia e bellezza, non è difficile trarne ispirazione.
Catania è la città in cui vivo, l’elefante è un animale che mi piace e mi rappresenta per molti aspetti, ho unito l’amore per le due cose e ne sono usciti parecchi lavori”.
Al nome di Mikhail è quasi sempre associato il termine “FilmArt”, lo stesso con cui si designa il genere di opere temporanee che da qualche tempo colloca in varie aree della città. Predilige, così, lo spazio aperto agli interni e la pellicola alle tele bianche, sempre attento tanto ai gusti del pubblico quanto al rispetto dell’ambiente. L’innovazione, tuttavia, cela anche l’influenza di grandi modelli e, per certo, non esclude altri mezzi artistici.
“In realtà faccio arte da molto più tempo, ho sempre fatto opere ad olio su tela o tavola – precisa Mikhail Albano – , prediligo il figurativo, amo in particolar modo artisti come Michelangelo e Caravaggio. Sul web non è difficile trovare tracce delle diverse mostre sul territorio italiano e non, alle quali ho partecipato.
A proposito, nel periodo pre-Covid avrebbe dovuto aver luogo una mostra personale che per ovvi motivi non mi è stato possibile più fare. C’è molta gente che mi conosce da anni e mi segue e molta altra gente che mi ha conosciuto tramite la FilmArt. Quest’ultima è nata da un’esigenza – dichiara l’artista – , in un momento in cui non era assolutamente possibile neanche pensare di creare un evento d’arte, una mostra aperta al pubblico, cosa che non avrei mai potuto accettare.
Condividere con gli altri le mie opere ha molto più senso che crearle per godermele da solo…ovviamente nel progetto ho messo a pari importanza il rispetto per l’ambiente, da qui la ricerca su internet di un estensibile biodegradabile e compostabile”.
Mikhail ha scelto di presentare una nuova forma d’arte in maniera piuttosto coraggiosa: la reazione di una vasta schiera di spettatori non si è fatta attendere. In che modo, catanesi e non, hanno salutato questa novità?
“Credo che come per ogni cosa, anche per la FilmArt, ci siano pareri e idee diverse. Mi capita di incontrare persone e ricevere il loro apprezzamento anche nei momenti in cui vivo il mio quotidiano e non solo in corso d’opera – continua Mikhail – . Alcuni mi ringraziano e mi chiedono di non smettere, altri mi dicono di essere stati ispirati da me e dal mio lavoro ad un primo approccio con la tela, altri ancora con entusiasmo mi raccontano di come una determinata opera incontrata per caso gli abbia svoltato una triste giornata.
Poi ci sono anche i bambini che durante la lezione di arte dicono all’insegnante di aver conosciuto l’opera in questione grazie a me o ancora quelli che provano la tecnica su pellicola e mi mandano le foto dei loro piccoli capolavori…con piacere ho scoperto che nel mondo dei più piccoli di oggi c’è ancora spazio anche per l’arte. Oltre a tanta positività c’è anche qualcuno che probabilmente ancora non apprezza le mie opere o non vede il senso in quello che faccio”.
Per quanto siano molteplici, per l’artista ammetta quanto più semplice sia provare a definire i giudizi degli altri in merito alle opere realizzate che indicare quale, tra queste, sia la propria favorita.
“Sarebbe come chiedere ad un padre se preferisce un figlio piuttosto che un altro – confessa Mikhail – . In verità se parliamo di FilmArt no, non c’è, ma c’è un quadro al quale tengo particolarmente, ovvero ‘L’attimo della memoria’ raffigura il particolare dell’occhio di un pachiderma”.
In un periodo così complesso, in cui la bellezza e la cultura sono costantemente messe in ombra da nuove esigenze, c’è chi non si rassegna e tenta di ricordare alle gente quanto importante sia preservare la meraviglia anche quando la speranza scarseggia. Tra questi, per certo, anche Mikhail Albano, con i suoi colori.
“L’arte ha il potere di suscitare emozioni molteplici e diverse, a volte l’uomo ha bisogno di una scossa emotiva che lo faccia risvegliare dal torpore di un momento difficile, proprio come lo è questo particolare periodo che stiamo vivendo.
Un’opera d’arte, una canzone, un libro, riescono spesso a portarti dentro al mondo dell’artista e alla fine fartelo sentire come tuo – conclude – . Possono insegnare a capire l’altro, a conoscerlo davvero e ad apprezzarlo e a capire se stessi. Possono insegnare che la bellezza può nascondersi dentro a qualsiasi cosa e qualunque persona. Penso che l’arte in genere sia necessaria nelle nostre vite e che porti solo cose belle”.
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