Ogni giorno il tema della pandemia da Covid-19 viene messo al centro dell’attenzione, insieme ai relativi contagi e decessi. Ci si occupa di questioni molto importanti, come nuove norme, problemi economici e igienico-sanitari, che sono sicuramente rilevanti. Ma si deve tenere conto anche della sfera sociale, con particolare attenzione agli adolescenti e alle loro abitudini mutate nel corso della pandemia.
Proprio in questo periodo, nel quale gli adolescenti hanno pochi contatti col mondo esterno, inizia a crollare la loro sfera emotiva. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Gabriella Toscano, psicologa, psicoterapeuta e docente di psicologia generale presso l’Università degli Studi di Catania.
“I giovani stanno reagendo in maniera diversa – spiega l’esperta – in base al loro funzionamento individuale, il livello di maturità e solidità personale raggiunti, in base anche e soprattutto al supporto che possono ricevere dalla famiglia e dalla scuola, dagli adulti di riferimento. Le ripercussioni psicologiche che stanno vivendo dipendono molto dalla possibilità di contemplare il cambiamento negli stili di vita; hanno a che fare con la tolleranza della frustrazione e il senso del limite”.
“Questa complessità sta – continua la Dottoressa, che racconta la propria esperienza professionale – in alcuni casi, rendendo più gravi dei disagi che già erano presenti, e sta scatenando disturbi psicologici e psichiatrici in contesti dove erano già presenti delle fragilità o fattori di rischio. Nel mio lavoro purtroppo osservo un aumento di gesti estremi ed impulsivi preoccupanti. Dal confronto costante con familiari, medici, e colleghi apprendo che si sta registrando un aumento di casi di tentato suicidio o autolesionismo nei giovani. L’emergenza coronavirus riaccende adesso anche l’attenzione sui cosiddetti hikikomori, termine giapponese che significa ‘stare in disparte’, persone che vivono una forma estrema di isolamento. L’emergenza che stiamo vivendo sembra stare accrescendo il rischio che un maggior numero di adolescenti e giovani adulti non voglia più uscire di casa”.
L’uso della tecnologia e dei social media
Da anni, uno dei più importanti strumenti di comunicazione è Internet, rete che permette di comunicare virtualmente attraverso i social media. Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, i giovani hanno intensificato l’uso di tali strumenti attraverso piattaforme come Facebook o Instagram: il primo lockdown di marzo 2020 e le successive limitazioni hanno trasformato lo spazio virtuale in un rifugio sia personale che scolastico/professionale.
Tuttavia, i social media non permettono di instaurare una comunicazione come quella presenziale: “La comunicazione tramite social – sottolinea la Dottoressa Toscano – è tuttavia diversa dalla comunicazione interpersonale umana: i codici sono diversi, i ritmi sono diversi; la quantità di sollecitazioni è diversa. Sappiamo che l’uso di internet è uno strumento prezioso che ha tuttavia insidie, e come tutti gli strumenti va usato e non abusato. I social in questo periodo più che mai sono diventati anche uno strumento potente di informazione e sensibilizzazione. Ma in questo momento di pandemia un eccesso di informazione può aumentare ansia e tensione”.
“In questo momento – continua l’esperta – così complesso per il genere umano, sono soprattutto i giovani quelli che ne vengono penalizzati perché si stanno perdendo momenti irripetibili di condivisione e socializzazione. Importante però è non abusare di questi mezzi, perché altrimenti il rischio è che le relazioni virtuali vadano a sostituirsi alle relazioni fisiche”.
I consigli utili per genitori e adolescenti
L’emergenza coronavirus ha colpito aspetti culturali, sociali e anche scolastici: “In alcuni casi è stato più difficile garantire la continuità scolastica a tutti – spiega la Dottoressa Toscano -. Per alcuni bambini e ragazzi è stato più difficile proseguire le attività didattiche e si è registrato un aumento di abbandono scolastico. Anche in questi casi l’istituzione scolastica è chiamata ad attivare un modo che, nel rispetto delle regole, metta in moto la solidarietà, la creatività e la capacità di trovare soluzioni semplici a problemi complessi”.
Le sue parole mettono in luce la sfida che la scuola sta affrontando e con la quale deve interagire; così, anche la famiglia rappresenta un altro punto focale. Soprattutto all’interno della famiglia, si notano piccoli segnali di crisi e i primi campanelli d’allarme ed un intervento immediato è considerato necessario.
“Quando c’è una crisi, probabilmente qualcosa va cambiato o gestito diversamente da come si è fatto finora – sottolinea la Dottoressa -. Sicuramente può essere opportuno osservare cosa succede, non dare le cose per scontate, ascoltare i figli considerando anche il loro punto di vista, punto di vista che è diverso, perché è diversa l’età, le esperienze, i bisogni, le abilità. I campanelli di allarme hanno un ruolo fondamentale perché ci avvisano quando c’è un malessere prima che si strutturi un disturbo vero e proprio. La prevenzione è fondamentale e per questo è utile chiedere aiuto quando si percepiscono anomali cambiamenti o un aumento di irritabilità, opposizione e accentuazione del ritiro sociale”.
Nel bel mezzo di una pandemia, non bisogna scoraggiarsi, ma cercare di andare avanti. Nonostante la situazione temporanea, gli studi tecnico-scientifici prevedono un ritorno alla quotidianità di sempre, ma è necessario saper aspettare il momento adeguato per poter riaprire la nostra mente verso nuove ed attese esperienze.
Le ultime conclusioni della Dottoressa Toscano sono di grande aiuto e stimolo a chi si trova in difficoltà: “È molto utile incoraggiare i ragazzi a vedere anche nelle difficoltà, le opportunità, i punti di debolezza ma anche i punti di forza, le minacce e gli ostacoli ma anche le risoluzioni. È importante trasmettere il messaggio che possono succedere cose inaspettate, non possiamo prevedere tutto e non siamo onnipotenti, ma insieme è possibile ricercare e creare soluzioni, nuovi equilibri”.