Dopo la morte della bambina per una sfida su TikTok, la polizia sta indagando per ulteriori accertamenti. La minorenne aveva anche altri profili social.
A Palermo una bambina è morta per una challange sull’app più nota dei giovani, TikTok. La bambina in fin di vita è stato ritrovata dai genitori e il quadro clinico durante i primi soccorsi era già compromesso. I medici sono riusciti a rianimarla, ma dopo alcuni accertamenti hanno dovuto attestare la morte cerebrale. I genitori hanno voluto l’espianto degli organi della piccola, salvando 5 bambini.
TikTok è pieno di “handing challange“, ovvero di sfide folli ed estremi. Il tutto avviene quotidianamente e soprattutto pubblicamente. I video di pochi secondi vengono messi in rete e spingono gli adolescenti a provare queste sfide. Al momento la polizia sta indagando per ulteriori accertamenti e verificare se effettivamente il suo gesto è stato ispirato da un video già presente nel circuito del social. Dopo il sequestro del cellulare della bambina è emerso che la minorenne aveva anche altri profili social sia su TikTok, sia su Facebook, piattaforma in cui per legge l’iscrizione e l’apertura di un profilo sono vietati ai minori.
Nonostante non sia la prima tragedia che si consuma sotto gli occhi dei social e per l’uso sbagliato che spesso si fa di queste app, un portavoce di TikTok ha commentato così il tragico evento: “Siamo davanti a un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina. La sicurezza della nostra community è per noi una priorità assoluta, siamo a disposizione delle autorità per collaborare alle indagini”.
Anche la presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Licia Ronzulli, ha commentato l’accaduto. “La rete non può diventare una giungla in cui tutto è permesso – ha dichiarato la presidente -, anche ciò che la legge vieta nel mondo reale. Quello che è successo è immorale“.
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