Preoccupa l'indice di contagiosità registrato in Italia nell'ultimo report diramato dal Ministero della Salute-Iss. La Sicilia risulta essere pienamente in linea con la media del Paese, prevendendo probabili misure restrittive una volta terminate le festività, che vedono regolamentate le restrizione a livello nazionale.
Torna a salire l’indice di contagiosità nel nostro Paese. Il 24 dicembre l’Rt della Sicilia era arrivato a quota 0.74, già con un incremento rispetto al monitoraggio precedente. E proprio nell’ultima bozza dell’Iss-ministero della Salute, l’ultima dell’anno 2020, si registra ancora una volta un aumento dell’Indice Rt in tutta Italia. La situazione, segnala l’Iss nella bozza fatta circolare in queste ore, resta grave a causa del forte impatto sui servizi sanitari.
Tre Regioni in particolare, Veneto, Liguria e Calabria, hanno un Rt maggiore di 1, compatibile con uno scenario di tipo 2 (quello che in passato ha portato alla definizione di zona arancione tendente al rosso); altre tre regioni, Basilicata, Lombardia e Puglia, lo superano nel valore medio; altre tre, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche, ci sono vicini. Tutte queste regioni, una volta finite le festività che vedono regolamentate in modo nazionale le restrizioni, potranno entrare in “zona arancione”.
Anche la Sicilia presenta una situazione simile, con valori esattamente nella media nazionale, che sfiora l’1. Il rischio, quindi, è che passate le vacanze, nel caso l’indice continui a salire con questo ritmo, possano arrivare nuove restrizioni. Per avere certezze in merito bisognerà attendere, nei prossimi giorni, l’esito del confronto tra governo, comitato tecnico-scientifico e Regioni. Già nei giorni scorsi, il premier Conte ha confermato che si tornerà verso la divisione dell’Italia in tre fasce di rischio.
Nel periodo che va dall’8 al 21 dicembre 2020, l’indice di trasmissibilità medio del nostro Paese è pari a 0.93, calcolato sui soli casi sintomatici, con un’oscillazione fra lo 0.93 e 1.02 asseconda delle regioni e in lieve aumento rispetto alle ultime tre settimane. Almeno metà del Paese deve attuare attenzione e restrizioni importanti.
Per quanto attiene alla situazione ospedaliera registrata in Italia, il report evidenzia una generale tendenza alla diminuzione dell’impatto dell’epidemia, con i tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche sotto la soglia critica, dato registrato per la prima volta dalla fine di ottobre. Nonostante ciò, ancora 10 regioni hanno un tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e/o aree mediche al di sopra della soglia ritenuta critica.
A tal proposito il Ministero della Salute-Iss in occasione del veglione di stasera consiglia di: “Mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone, evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”. Ciò perché nonostante la diminuzione, l’incidenza rimane ancora alta e non permette di abbassare la guardia, rispettando strettamente le misure di contenimento.
Nel periodo che va dal 21 al 27 dicembre, con dati aggiornati al 29 dicembre, gli indicatori dell’Rt regione per regione sono: Abruzzo: 0,65; Basilicata: 1.09; Calabria: 1.09; Campania: 0.78; ER: 0.98; Fvg: 0.96; Lazio: 0.84; Liguria: 1.07; Lombardia: 1; Marche: 0.99; Molise: 0.89; Piemonte: 0.71; PA Bolzano: 0.76; PA Trento: 0.71; Puglia: 1; Sardegna: 0.78; Sicilia: 0.93; Toscana: 0.79; Umbria: 0.8; Vda: 0.83; Veneto: 1.07.
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