Come narra la leggenda della bella Angelina, il comune di Francavilla di Sicilia fu fondato in onore di una fedele ancella, che permise a un sogno d'amore di realizzarsi.
Vi è mai capitato di chiedervi da dove derivi il nome del luogo in cui vivete o in cui, semplicemente, vi siete trovati a passare? Si tratta di una mera questione di banale nomenclatura oppure, dietro ai nomi delle località, si celano personaggi e racconti, veri o di fantasia?
Il più delle volte gli appellativi dati a comuni e città non sono affatto casuali, bensì hanno radici più complesse e affascinanti. Può capitare, per esempio, che il nome di una data località dipenda da un fiume, un monte o, più generalmente, da una caratteristica geografica del sito. Oppure può accadere che esso sia un omaggio a un personaggio storico, a un evento o, perché no, anche a una leggenda locale. La leggenda della bella Angelina, ad esempio, sembrerebbe essere l’origine del nome di un bellissimo e pittoresco borgo siciliano in provincia di Messina, Francavilla di Sicilia. Secondo il mito, infatti, esso porterebbe il nome di una fedele ancella, che permise a un sogno d’amore un po’ sfortunato di divenire realtà.
Leggenda narra che, in un piccolo borgo in provincia di Messina, Castiglione di Sicilia, vivesse una giovane donna di nome Angelina, incantevole sia per il suo aspetto che per la sua indole gentile. Tutti coloro che la incontravano non potevano fare a meno di restare affascinati da quella splendida creatura, scortata sempre dalla fedele ancella Franca. La fanciulla era figlia del potente signore del feudo di Castiglione, l’ammiraglio Ruggero di Lauria, il quale spesso organizzava banchetti e ospitava personalità di spicco della nobiltà francese, essendo allora l’Isola sotto la dominazione angioina.
Un giorno, di ritorno da una festa organizzata presso il castello di Castiglione da Ruggero di Lauria, alcuni nobili francesi, rimasti folgorati dalla bellezza di Angelina, riferirono a corte dell’incantevole fanciulla. Il delfino di Francia, ascoltando le narrazioni sulla giovane, se ne invaghì a tal punto che volle recarsi lui stesso in Sicilia per conoscerla.
Giunto sull’Isola, il reale francese conobbe Angelina e, non soltanto il suo amore venne rafforzato, ma anche la ragazza si innamorò di lui. All’orizzonte, tuttavia, cominciarono ad apparire le prime ombre, che avrebbero messo a dura prova quella relazione. Scoppiarono, infatti, i Vespri siciliani, e i due amanti si riscoprirono improvvisamente nemici: lui in quanto erede al trono di Francia e lei in quanto siciliana. Al delfino francese non restò che ritornare al proprio Paese, ma promise ad Angelina di ritornare. Quando la fanciulla avesse visto accendersi tre fuochi sul monte Rotondo, quello sarebbe stato il momento di riunirsi.
Finalmente arrivò il giorno in cui il delfino di Francia fece ritorno in Sicilia. In occasione di una festa, organizzata dal Ruggero di Lauria il 10 agosto, Angelina poté capire che il suo amato era tornato per portarla con sé. Durante la cena, infatti, tutti i commensali non avevano fatto altro che chiacchierare e ridacchiare di un uomo, ritenuto folle, che avevano incontrato quel giorno nel bosco e che aveva dichiarato loro di essere venuto a riprendere la cerva che aveva ferito.
Per tutta la notte, dunque, Angelina rimase di guardia alla finestra, aspettando di vedere accendersi i tre fuochi, ma, essendo piuttosto assonnata, chiese alla sua fidata ancella, Franca, di vegliare per lei. L’ancella eseguì perfettamente l’ordine e, infatti, avvisò la padrona di aver visto il segnale stabilito. Con una lampada segnalò di aver ricevuto il segnale, cosicché il delfino poté avvicinarsi in sicurezza insieme ai suoi servitori. Saliti a cavallo, i due innamorati fuggirono baciati dal buio della notte e, lasciando la Sicilia, furono liberi di vivere il proprio amore.
Si narra che il principe francese fu talmente grato a quella fedele ancella che volle ricompensarla, fondando poco distante da Castiglione il borgo di Francavilla di Sicilia, che prese, per l’appunto, il suo nome.
Al di là di questa fantasiosa storia d’amore, tuttavia, la vera origine del nome Francavilla sarebbe tutt’altro che romantica. Molto concretamente, infatti, questo appellativo avrebbe a che vedere con il fatto che il borgo fosse una città franca (dal francese Franc Ville), un luogo, cioè, non sottoposto al pagamento delle tasse e delle franchigie. Non è un caso, quindi, che la pronuncia dialettale del nome di questo paesino messinese sia appunto “Franca Vigghia”.
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